Cviic è un croato, vive a Londra, ha collaborato all'Economist, insegna in una importante università, ha entrature nel mondo e nella cultura alta inglese.
Secondo Cviic, sarà necessario, dopo la guerra, procedere a forme di integrazione confederale nei Balcani. Ma Cviic pensa ancora a forme di integrazione in qualche modo legate all'esistente, p. es. parla di un raggruppamento "ortodosso", di uno da costituire attorno alla Grecia e, mi pare, alla Macedonia, ecc. Non ho letto il libro completamente, ma mi pare, ad es., che non si ponga il problema delle classi dirigenti da formare, capaci di assumersi la responsabilità e di guidare politicamente questa transizione, ecc. Però è un fatto importante, quello di un "esperto" che, dall'interno della "Balcania", comincia a porsi la questione come "essenziale", ormai (anche, aggiungo io, per cercare di tagliare il passaggio della Russia "attraverso" i Balcani, come oggi ancora avviene, ai sensi del trattato di Berlino del 1878, mi pare). La Russia è la prima avversaria di questa "ricostruzione" dei Balcani, ecc.