Leggo altrove e riporto qui, sicuro che vi interessi...
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# Area : PCK.PUB.DIRITTI_UMANI (-Point- PCK Diritti Umani)
# Da : Alessandro Marescotti, 61:391/1.5 (Do 29 Ott 95 08:15)
# A : Tutti
# Ogg : un fax per Pietro Venezia
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L'articolo dovrebbe uscire sul settimanale Nuovo Dialogo, di Taranto.
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Rischia la sedia elettrica
Condannato per omicidio negli Strati Uniti, arrestato in Italia,
dovrebbe essere estradato. Per evitare la pena di morte si sono
mobilitati vari parlamentari e i suoi concittadini di Laterza (TA). A
Taranto regna invece il silenzio. Una domanda cruciale: puo' la pena di
morte scoraggiare i crimini piu' spietati?
Il fatto
Uccide un agente del fisco il 24/12/93 a Miami, in Florida. Viene
arrestato in Italia, precisamente il 19/4/94 nel suo paese, Laterza, e
portato nel carcere di Taranto. Pietro Venezia - cittadinanza italiana
- non sa se la sua pena sara' la morte. Gi Stati Uniti ne hanno chiesto
l'estradizione e il Florida c'e' la sedia elettrica. A Laterza sono in
corso iniziative per scongiurare un simile epilogo. Sindaco, consiglio
comunale, un Comitato contro la pena di morte, alcuni mezzi di
informazione, un gruppo di parlamentari: queste le forze scese in
campo. Sulla stampa locale e' apparso il numero di fax a cui inviare
messaggi contro la pena capitale che incombe sulla testa di Pietro
Venezia.
Taranto e il suo silenzio
Ma quanti fax sono giunti da Taranto? Facciamo un'indagine e scopriamo
il silenzio di Taranto, dei suoi intellettuali, dei suoi partiti e
delle sue associazioni. Cio' sembra confermare le preoccupazioni gia'
evidenziate su questo giornale circa i rischi di indifferenza ed
omissione. Non vi e' stata - lamenta il Comitato contro la Pena di
Morte di Laterza (che abbiamo contattato il 27 ottobre) - un'esplicita
attenzione. "Nessuno si e' interessato, tranne alcuni organi di
informazione", ci dice Michele Venezia, cugino di Pietro. Fa eccezione,
ci dice, il Centro Sociale di Taranto. A questa "distrazione" sembra
voler rispondere un tam-tam di PeaceLink, una rete telematica e ora si
incominciano a registrare la presa di posizione a Taranto
dell'Associazione per la Pace e della Casa della Pace; in provincia,
della Coop.Owen (S.Giorgio) e del Movimento Internazionale della
Riconciliazione (Grottaglie). Nel loro fax si legge: "Il silenzio
uccide!"
Altre adesioni, mentre scriviamo, potrebbero giungere da. Lo
stagno si e' lievemente increspato? Non e' pessimista il sindaco di
Laterza che - durante una telefonata - ci ha sottolineato il
progressivo coinvolgimento dei mezzi di informazione, anche nazionali.
A Laterza sono state gia' raccolte 3.000 firme e al Ministro della
Giustizia cominciano a giungere i telegrammi, i fax e le lettere dei
laertini con la frase: "Pietro Venezia non deve essere estradato negli
USA".
Le domande, i dubbi
Sospendendo il giudizio sulla risposta dell'opinione pubblica tarantina
e sul suo silenzio, tentiamo di ragionare sui tanti interrogativi che
possono creare riluttanza in un cittadino nell'inviare un fax in cui ci
sia scritto chiaro e tondo: no alla pena di morte. "Una pena esemplare
- la pena capitale - potrebbe avere il "merito" di far riflettere il
prossimo criminale che vorra' compiere un omicidio?" "Non sarebbe
opportuno "importare" anche in Italia la pena di morte anziche' mandare
un fax a Pietro Venezia?" Sono domande che rimbalzano, appena si
comincia a discutere del caso.
Pena di morte: pro e contro
Vediamo allora i pro e i contro la pena di morte, sulla base della
documentazione scientifica. In primo luogo: e' efficace? Il prof.Isaac
Ehrlich, dell'Universita' di Chicago, ritiene di si'. In uno studio
statistico del 1975 conclude che la sua ricerca indica "l'esistenza di
un chiaro effetto deterrente della pena capitale" e suggeriva che "una
esecuzione aggiuntiva all'anno potrebbe causare in media 7 o 8 omicidi
in meno". Il prof.Isaac Ehrlich affida questo suo convincimento ad una
correlazione statistica fra l'aumento degli omicidi negli USA (fra il
1932 e il 1970) e la contemporanea diminuzione delle esecuzione
capitali. Lo studio in questione e' stato criticato da un punto di
vista metodologico avendo omesso di mettere in correlazione l'aumento
del numero degli omicidi con la crescente disponibilita' di armi da
fuoco e con l'aumento generale della criminalita' manifestatosi nel
periodo in questione. Uno studio statistico realizzato negli Stati
Uniti ha documentato un fatto sconcertante: subito dopo un'esecuzione
capitale gli omicidi aumentano anziche' diminuire. I dati raccolti dai
ricercatori William J.Bowers e Glenn L.Pierce hanno registrato
un'impennata media di due omicidi in piu' nel mese che segue
un'esecuzione capitale. E quindi la pena di morte, piu' che incutere
paura, determinerebbe un effetto di imbarbarimento e di imitazione. Le
esecuzioni capitali avrebbero pertanto un effetto "incrementale" e di
trascinamento negativo il cui impulso partirebbe dallo Stato stesso.
Inoltre l'assassino in liberta' ricorrerebbe a tutti i mezzi, stragi
comprese, pur di non farsi acciuffare e non avendo nulla da perdere
diventerebbe una bomba sociale. Vi e' poi il dilemma di fondo della non
reversibilita' della pena di morte: uno studio del 1987 ha appurato che
- solo negli USA - 23 persone innocenti sono state eliminate sulla
sedia elettrica per errore gudiziario dall'inizio del nostro secolo.
L'esperienza canadese, tedesca e inglese
La Repubblica Federale Tedesca ha abolito nel 1949 la pena capitale:
l'opinione pubblica favorevole alla pena di morte e' scesa dal 55% del
1950 al 30% del 1973 fino a giungere al 22% nel 1986. Cio' testimonia
un consenso dell'opinione pubblica crescente la' dove si inverte rotta.
In Canada nel 1975 il tasso di omicidi era del 3,09 su 100 mila
persone, nel 1976 e' stata abolita la pena capitale e nel 1983 il tasso
era sceso a 2,74 fino a registare ulteriori decrementi negli anni
successivi. Sulla base dei dati statistici raccolti, la Commissione
Reale Britannica sulla Pena di Morte si e' cosi' espressa: "Nessun dato
esaminato dimostra chiaramente che l'abolizione della pena capitale
abbia portato ad un aumento del tasso di omicidi, o che la sua
reintroduzione abbia condotto ad una diminuzione del medesimo".
Per chi e' contrario alla pena di morte
Dopo la lettura di questi dati, se qualcuno avra' maturato la scelta,
ecco il numero di fax per chiedere che Pietro Venezia non venga
estradato negli Stati Uniti: (099)8296211 (Municipio di Laterza,
all'attenzione del Comitato contro la pena di morte). Oppure si puo'
inviare una lettera al Comitato contro la Pena di Morte, presso Centro
Sociale Autogestito di Laterza, via Porta Pia 17, 74014 Laterza (TA),
tel.(099)823491 (Michele). Il Comitato - ci fa sapere - invita
contemporaneamente i cittadini ad inviare telegrammi, fax e cartoline
al Ministero di Grazia e Giustizia, ufficio di gabinetto del Ministro
Guardasigilli, via Arenula 70, 00186 Roma, fax 06/68805424, con la
frase: "NO ALLA PENA DI MORTE. Pietro Venezia non deve essere estradato
negli USA." Firmare questo messaggio non significa giustificare un
omicidio, ma solo evitarne un secondo.
Alessandro Marescotti
--- Mercurio 1.12 Eval.
* Origin: PEACELINK, c.p.2009, 74100 Taranto, Italy (61:391/1.5)
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--- MMMR v4.50unr