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Conferenza Hands off Cain
Quilici Mattia - 16 novembre 1995
Pena di morte, un caso in Italia?

Leggo altrove e riporto qui, sicuro che vi interessi...

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# Area : PCK.PUB.DIRITTI_UMANI (-Point- PCK Diritti Umani)

# Da : Alessandro Marescotti, 61:391/1.5 (Do 29 Ott 95 08:15)

# A : Tutti

# Ogg : un fax per Pietro Venezia

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L'articolo dovrebbe uscire sul settimanale Nuovo Dialogo, di Taranto.

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Rischia la sedia elettrica

Condannato per omicidio negli Strati Uniti, arrestato in Italia,

dovrebbe essere estradato. Per evitare la pena di morte si sono

mobilitati vari parlamentari e i suoi concittadini di Laterza (TA). A

Taranto regna invece il silenzio. Una domanda cruciale: puo' la pena di

morte scoraggiare i crimini piu' spietati?

Il fatto

Uccide un agente del fisco il 24/12/93 a Miami, in Florida. Viene

arrestato in Italia, precisamente il 19/4/94 nel suo paese, Laterza, e

portato nel carcere di Taranto. Pietro Venezia - cittadinanza italiana

- non sa se la sua pena sara' la morte. Gi Stati Uniti ne hanno chiesto

l'estradizione e il Florida c'e' la sedia elettrica. A Laterza sono in

corso iniziative per scongiurare un simile epilogo. Sindaco, consiglio

comunale, un Comitato contro la pena di morte, alcuni mezzi di

informazione, un gruppo di parlamentari: queste le forze scese in

campo. Sulla stampa locale e' apparso il numero di fax a cui inviare

messaggi contro la pena capitale che incombe sulla testa di Pietro

Venezia.

Taranto e il suo silenzio

Ma quanti fax sono giunti da Taranto? Facciamo un'indagine e scopriamo

il silenzio di Taranto, dei suoi intellettuali, dei suoi partiti e

delle sue associazioni. Cio' sembra confermare le preoccupazioni gia'

evidenziate su questo giornale circa i rischi di indifferenza ed

omissione. Non vi e' stata - lamenta il Comitato contro la Pena di

Morte di Laterza (che abbiamo contattato il 27 ottobre) - un'esplicita

attenzione. "Nessuno si e' interessato, tranne alcuni organi di

informazione", ci dice Michele Venezia, cugino di Pietro. Fa eccezione,

ci dice, il Centro Sociale di Taranto. A questa "distrazione" sembra

voler rispondere un tam-tam di PeaceLink, una rete telematica e ora si

incominciano a registrare la presa di posizione a Taranto

dell'Associazione per la Pace e della Casa della Pace; in provincia,

della Coop.Owen (S.Giorgio) e del Movimento Internazionale della

Riconciliazione (Grottaglie). Nel loro fax si legge: "Il silenzio

uccide!"

Altre adesioni, mentre scriviamo, potrebbero giungere da. Lo

stagno si e' lievemente increspato? Non e' pessimista il sindaco di

Laterza che - durante una telefonata - ci ha sottolineato il

progressivo coinvolgimento dei mezzi di informazione, anche nazionali.

A Laterza sono state gia' raccolte 3.000 firme e al Ministro della

Giustizia cominciano a giungere i telegrammi, i fax e le lettere dei

laertini con la frase: "Pietro Venezia non deve essere estradato negli

USA".

Le domande, i dubbi

Sospendendo il giudizio sulla risposta dell'opinione pubblica tarantina

e sul suo silenzio, tentiamo di ragionare sui tanti interrogativi che

possono creare riluttanza in un cittadino nell'inviare un fax in cui ci

sia scritto chiaro e tondo: no alla pena di morte. "Una pena esemplare

- la pena capitale - potrebbe avere il "merito" di far riflettere il

prossimo criminale che vorra' compiere un omicidio?" "Non sarebbe

opportuno "importare" anche in Italia la pena di morte anziche' mandare

un fax a Pietro Venezia?" Sono domande che rimbalzano, appena si

comincia a discutere del caso.

Pena di morte: pro e contro

Vediamo allora i pro e i contro la pena di morte, sulla base della

documentazione scientifica. In primo luogo: e' efficace? Il prof.Isaac

Ehrlich, dell'Universita' di Chicago, ritiene di si'. In uno studio

statistico del 1975 conclude che la sua ricerca indica "l'esistenza di

un chiaro effetto deterrente della pena capitale" e suggeriva che "una

esecuzione aggiuntiva all'anno potrebbe causare in media 7 o 8 omicidi

in meno". Il prof.Isaac Ehrlich affida questo suo convincimento ad una

correlazione statistica fra l'aumento degli omicidi negli USA (fra il

1932 e il 1970) e la contemporanea diminuzione delle esecuzione

capitali. Lo studio in questione e' stato criticato da un punto di

vista metodologico avendo omesso di mettere in correlazione l'aumento

del numero degli omicidi con la crescente disponibilita' di armi da

fuoco e con l'aumento generale della criminalita' manifestatosi nel

periodo in questione. Uno studio statistico realizzato negli Stati

Uniti ha documentato un fatto sconcertante: subito dopo un'esecuzione

capitale gli omicidi aumentano anziche' diminuire. I dati raccolti dai

ricercatori William J.Bowers e Glenn L.Pierce hanno registrato

un'impennata media di due omicidi in piu' nel mese che segue

un'esecuzione capitale. E quindi la pena di morte, piu' che incutere

paura, determinerebbe un effetto di imbarbarimento e di imitazione. Le

esecuzioni capitali avrebbero pertanto un effetto "incrementale" e di

trascinamento negativo il cui impulso partirebbe dallo Stato stesso.

Inoltre l'assassino in liberta' ricorrerebbe a tutti i mezzi, stragi

comprese, pur di non farsi acciuffare e non avendo nulla da perdere

diventerebbe una bomba sociale. Vi e' poi il dilemma di fondo della non

reversibilita' della pena di morte: uno studio del 1987 ha appurato che

- solo negli USA - 23 persone innocenti sono state eliminate sulla

sedia elettrica per errore gudiziario dall'inizio del nostro secolo.

L'esperienza canadese, tedesca e inglese

La Repubblica Federale Tedesca ha abolito nel 1949 la pena capitale:

l'opinione pubblica favorevole alla pena di morte e' scesa dal 55% del

1950 al 30% del 1973 fino a giungere al 22% nel 1986. Cio' testimonia

un consenso dell'opinione pubblica crescente la' dove si inverte rotta.

In Canada nel 1975 il tasso di omicidi era del 3,09 su 100 mila

persone, nel 1976 e' stata abolita la pena capitale e nel 1983 il tasso

era sceso a 2,74 fino a registare ulteriori decrementi negli anni

successivi. Sulla base dei dati statistici raccolti, la Commissione

Reale Britannica sulla Pena di Morte si e' cosi' espressa: "Nessun dato

esaminato dimostra chiaramente che l'abolizione della pena capitale

abbia portato ad un aumento del tasso di omicidi, o che la sua

reintroduzione abbia condotto ad una diminuzione del medesimo".

Per chi e' contrario alla pena di morte

Dopo la lettura di questi dati, se qualcuno avra' maturato la scelta,

ecco il numero di fax per chiedere che Pietro Venezia non venga

estradato negli Stati Uniti: (099)8296211 (Municipio di Laterza,

all'attenzione del Comitato contro la pena di morte). Oppure si puo'

inviare una lettera al Comitato contro la Pena di Morte, presso Centro

Sociale Autogestito di Laterza, via Porta Pia 17, 74014 Laterza (TA),

tel.(099)823491 (Michele). Il Comitato - ci fa sapere - invita

contemporaneamente i cittadini ad inviare telegrammi, fax e cartoline

al Ministero di Grazia e Giustizia, ufficio di gabinetto del Ministro

Guardasigilli, via Arenula 70, 00186 Roma, fax 06/68805424, con la

frase: "NO ALLA PENA DI MORTE. Pietro Venezia non deve essere estradato

negli USA." Firmare questo messaggio non significa giustificare un

omicidio, ma solo evitarne un secondo.

Alessandro Marescotti

--- Mercurio 1.12 Eval.

* Origin: PEACELINK, c.p.2009, 74100 Taranto, Italy (61:391/1.5)

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--- MMMR v4.50unr

 
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