NESSUNO TOCCHI CAINO, lega di cittadini e di parlamentari per l'abolizione della pena di morte nel mondo entro il 2000 condivide il contenuto dell'appello di parlamentari italiani promosso da Giovanna Melandri rivolto alle autorità iraniane che chiede la revisione del nuovo codice penale iraniano nel punto in cui prevede la pena di morte per l'adulterio.

Nessuno tocchi Caino alcuni mesi fa ha promosso a Tunisi una conferenza che per la prima volta nella storia ha visto discutere insieme il tema della pena di morte nella legge islamica da intellettuali e giuristi di ben 9 paesi arabi. Da questi lavori è emerso che la Sharia pur prevedendo la pena di morte per alcuni reati, ne condiziona l'applicazione al verificarsi di presupposti talmente difficili a realizzarsi che ne rendono praticamente impossibile l'applicazione. Nel caso dell'adulterio per esempio la pena di morte può essere applicata solo quando esistono 4 testimoni oculari del fatto o 4 o 5 confessioni conformi.

Il codice penale iraniano quindi non può ritenersi conforme allo spirito della legge islamica e fa compiere passi indietro all'affermazione di un islam non violento e tollerante, colpendo in prima persona le donne.

Contribuiremo a questa iniziativa estendendo l'appello agli intellettuali e giuristi arabi che hanno partecipato alla prima conferenza panaraba di Tunisi nella convinzione che sia sempre più necessaria un'azione internazionale per riuscire a far affermare un nuovo principio di civiltà giuridica quello per cui nessuno stato può uccidere i propri cittadini. Per questo chiederemo alla prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite una moratoria delle esecuzioni capitali.