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Conferenza Hands off Cain
Donvito Vincenzo - 12 giugno 1996
Pena di morte in un libro: ma la Maglie ha dato forfait.
L'associzaione "Nessuno tocchi caino" ha presentato il volume della giornalista Rai. La situazione degli Stati Uniti.

servizio di Federico D'Ascoli, da La Nazione del 12 luglio 1996, cronaca di Arezzo, seconda pagina

Si presenta il suo libro ma Maria Giovanna Maglie diserta l'appuntamento del Caffè dei Costanti. Ci rimangono male i presenti e ci rimangono male gli organizzatori dell'Arpa (Associazione Radicale Pensiero e Azione) che fino all'ultimo hanno confidato nelal presenza della giornalista. "Improcrastinabili impegni di lavoro" hanno tenuto lontano la maglie dalla terra del Petrarca, secondo Sergio D'Elia, presidente dell'associazione "nessuno Tocchi Caino" che (almeno lui) è intervenuto al Caffè dei Costanti.

Il libro della giornalista, famosa più per i rimborsi spese gonfiati a carico delal Rai che per i reportage, è intitolato "Vendetta di Stato" e tratta lo spinoso problema della pena di morte negli Stati Uniti. I proventi del libro serviranno a finanziare la lotta portata avanti fdall'associazione presieduta da D'Elia per l'abolizione della pena di morte in tutto il mondo.

Parlando del libro della Maglie, D'Elia haspiegato che negli Usa ben 38 Stati su 50 adottano tutt'oggi la pena di morte, pena di morte, e che l'opinione pubblica è in maggioranza favorevole alle esecuzioni capitali perchè non si sente protetta da un sistema giudiziario che fa acqua da tutte le parti. Inoltre D'Elia ha posto l'accento sull'estrema facilità con la quale negli Stati Uniti si acquistano armi da fuoco (almeno 200 milioni di americani ne posseggono una) che costituiscono un efficace incentivo alla microcriminalità. Il presidente di "Nessuno Tocchi Caino" descrive poi la impressionante esperienza che ha vissuto, come ospite, nel brccio della morte dela carcere americano della Louisiana, dove è stato girato il film "Dead man walking" che ha valso l'Oscar a Susan Sarandon. "Il direttore, guarda caso, si chiamava di cognome Cain, traduzione inglese di Caino -racconta Sergio D'Elia- e mi ha svelato che più passava il tempo e più lui si convinceva che la pena capitale era sbagliata. Di condannati a mort

e in quel carcere ce n'erano sessanta, mentre le persone giustiziate sono state soltanto due, segno che finalmente negli Usa è possibile far prevalere la via abolizionista". Nel braccio della morte, purtroppo, potrebbe finire anche un cnostro connazionale, quel Pietro Venezia per il quale la Florida ha chiesto l'estradizione alel autorità italiane. A giorni la Corte Costituzionale deciderà se consegnerà o no Venezia agli Stati Uniti. "Ci siamo battuti molto su questo fronte -spiega il presidente di "Nessuno tocchi Caino"- e siamo riusciti a far pronunciare all'unanimità il Parlamento contro l'estradizione del nostro concittadino, che era stata firmata, per captatio benevolentiae nei confronti degli Usa, dall'ex ministro ad interim della Giustizia Lamberto Dini, speriamo che la Corte Costituzionale giudichi il caso di Pietro Venezia tenendo conto della vocazione garantista del nostro stato, che ormai non prevede più la pena di morte neanche in caso di alto tradimento durante la guerra". Speriamo.

 
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