al direttore de La Nazione
Firenze
oggetto: il salotto di Piero Magi e la pena di morte
Arezzo, 19 luglio 1996
Gentile direttore,
ho letto con interesse quanto Piero Magi, nalla rubrica di lettere "Il Salotto", argomenta a favore della pena di morte, ed ho pensato di ribattezzarlo PENNA DI MORTE.
Ognuno ha le sue idee, e Magi è convinto che le sue siano anche quelle della maggiorparte degli italiani, cadendo nel tradizionale errore di tutti coloro che sono -con coscienza o meno, poco importa- portatori di una cultura di violenza e sopraffazione, di una cultura del non-diritto.
Mi hanno colpito in particolare alcuni passaggi.
Non entro nel merito di quello religioso, perchè non mi riguarda, ma prendo atto che lo stesso Magi riconosce alla Chiesa apostolica romana il pregio di scrivere e dire in un modo, e nello stesso tempo di scrivere e dire nel modo contrario. Aggiungo che, per me, è solo la conferma della voluta e cosciente mancanza di chiarezza del potere di una Chiesa che, pur di conservare il suo dominio sulle coscienze e non solo, è disposta a tutto, anche a negare e riaffermare i suoi principi in continuazione.
Entro, invece, nel merito di quello che Magi chiama "segno penale".
"Noi facciamo parte di quei paesi che hanno respinto la pena di morte, in nome del bla bla bla" ..... dice Magi, ed io rivolgo lui domanda: cosa vuol dire bla bla bla? Forse che quei valori e quei principi che portano uno Stato a proclamare la propria incompetenza ad intervenire nell'ambito del dare o levare la vita umana, sono roba da chiaccheroni senza testa sulle spalle? Forse che lo Stato, come Magi auspica e scrive nero su bianco, dovrebbe giustiziare sul luogo del delitto, senza processo, coloro che possono essere colpevoli di un delitto (da mostro o meno che sia, non cambia nulla, perchè tutti i morti sono uguali)? Quali sono i suoi argomenti perchè una persona sia giudicata senza processo? Ci parli di questo, e non del bla bla bla, che non vuole dire nulla.
"E tuttavia se fosse possibile aprire il cuore a tutti gli italiani, quel giorno si leggerebbe una parola sola: pena di morte" ... continua Magi, ed io continuo a domandargli: dove ha imparato ad usare queste virtù che lo rendono capace di interpretare il cuore degli italiani? Bene, si faccia pure dare i soldi indietro, perchè gli hanno insegnato male: io non faccio parte di questi "tutti" .. e credo che ce ne siano altri d'accordo con me. Quindi Magi è invitato a parlare per sè, e di trovare il più possibile argomenti civici e umani che cerchino di convincere altre persone della giustezza delle sue argomentazioni, e lo invito a non cercare di farsi Dio .... ce ne sono anche troppi, e lui proprio non ci mancava.
Grazie dell'attenzione
Saluti
Donatella Poretti
segretaria Arpa