recensione da Il Sole 24 Ore di domenica 21 luglio 1996
occhiello: Contro la pena di morte
titolo: Mai pi· nessuno tocchi Caino
sottotitolo: Di fronte ad una giustizia Usa sempre meno garantista l'Italia ha fatto bene a negare l'estradizine di Venezia.
di Mario A. Cattaneo
In altri tempi, era mia stabile convinzione che il sistema penale americano (avente, come in generale tuitto il diritto penale anglosassone, una forte impronta calvinistica) fosse caratterizzßto dai seguenti due aspetti, tra loro contrastanti: una procedura penale nettamente garantistica, basata sul processo accusatorio, e un diritto penale sostanziale assai duro e severo e talora feroce. Molti e diversi episodi recenti mi hanno pertato a modificare parzialmente tali impressioni: mentre la durezza e rigiditß del diritto penale permane (pensiamo alla feroce condanna di Silvia Baraldini, o alla meccanica inflizione dell'ergastolo dopo la commissione di tre reßti, anche di gravitß assai scarsa), il garantismo della procedura appare assai sbiadito. Troppe condanne, anche alla pena capitale, sono state inflitte negli Usa a persone o che risultavano in realtß innocenti; o nei confronti delle quali le prove erano del tutto insufficienti, o le cui condizioni psicologiche erano molto labili. Molti degli episodi a cui
mi sono riferito sono narrati nel. recente volumetto di Maria Giovanna Maglie, Vendetta di Stato: il libro tratta di diversi casi rec nti di condanne alla pena di morte,. eseguite o no, negli Stati Uniti; casi di cui l'autrice ha esperienza pi· o meno diretta, soprattutto per i contatti avuti con persone che hanno assistito dei condannati ne1 braccio della morte. Tra qu ste persone, un particolare rilievo acquista sister Helen, definita una ¼suora scomoda , la quale ha assistito diversi condannati nei loro incontri con una morte non naturale. Il libro copre un arco di tempo pøuttosto ampio, che va dal famoso caso Sacco e Vanzetti, attraverso I'allucinante vicenda di Caryl Chessmann, che viva nella nostra memoria, l'era di Kennedy (che mostra un attenuazione nell'applicazione della. pena capitale), fino a casi pi· recenti: tra questi, la vicenda dø Paula Cooper, fortunamente sfuggitß alla sedia elettrica, e per la quale si era adoperato anche Giovanni Paolo Il. L'a·trice ric rda il cinico rifiuto di Bili C
linton, allora governatore. dell'Arkansas, di concedere la grazia a Rickej Raj Rector, cerebroleso, agli inizi del 1992, per motivi esclusiva-mente legati alla campagna elettorale per la presidenza: di fronte a questo fatto appaiono troppo ottimistiche le pagine concl·sive della Maglie sulla possibilitß che Clinton ritrovi lo spirito di John Kennedy, per portare ·n coraggioso cambiamento in rapporto a questo tema.
E' interessante notare che nella parte finale del libro la Maglie tocca anche la vicenda di Pietro Venezia, scrivendo, in rapporto ai fatti del dicembre 95 che ¼con un Governo simile a quello di Lamberto Dini gli italiani non possono sperare di tornare protagonisti della moratoria sulle esecuzioni alle Nazioni Unite (pag. I 56). Questa vicenda ha trovato recentemente la sua giusta conclusione per merito della Corte costituzionale, che ha negato l'estradizione e ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l'articolo 698 n. 2 Codice procedura penale: con questa, decisione, e affermando che l'esclusione della pena capitale una assoluta dimostrazione di ¼civiltß giuridica , la Corte si 'posta a un livello moralmente pi· elevato rispetto ad altri organi istituzionali italiani. Il libro della Maglie unisce una ricca dQocumentazione a una nobile passione umanitaria; il suo tema principale ovviamente 1a battaglia contro la pena di morte, e in questo direttamente sostenuto dalla benemerita associazione "Nes
suno Tocchi Caino", presieduta da Sergio D'Elia. Proprio a tale proposito, si pu notare che
talora, si palesa in qualche pagina una decisa soddisfazione per la sostituzione, in certi casi americani della pena capitale con quella del1'ergastolo; se questo un vantaggio dal punto di vista della reparabilitß (pensiamo al caso dell'errore giudiziario), non si deve dimenticare tuttavia che anche l'ergastolo una pena crudele e che comunque le pene detentive sono o possono essere tragicamente inumane. In realtß, la battaglia contro la pena d' morte I'aspetto pi· alto ed evidente di una pi· generale lotta ii favore della umanizzazione delle pene (e, in prospettiva, di una loro graduale scomparsa, in vista del kantiano Regno dei fini ).