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Conferenza Hands off Cain
Partito Radicale Alessandra - 23 settembre 1996
Una rivista inusuale, Nessuno tocchi Caino. Per il tema trattato, la pena di morte, ma anche per le scelte editoriali. Non si tratta infatti dell'organo dell'omonima organizzazione - rivolto quindi prevalentemente ai militanti abolizionisti - quanto del tentativo di creare uno strumento che possa parlare anche a un pubblico più vasto. Gli articoli apparsi nei primi due numeri testimoniano questa ricerca. Al saggio di Adriano Sofri sul numero di ottobre fanno da contraltare le recensioni al film Dead man walking; al reportage nel braccio della morte americano Angola si affianca l'intervento di Sergej Kovalev sulla Cecenia e sulla pena capitale in Russia. Ne risulta un ibrido tra magazine e rivista che sicuramente può essere migliorato, ma che già offre spunti interessanti.
Due altre scelte editoriali ci sembrano importanti: l'uso della narrativa e quello delle immagini. In ogni numero - la rivista è bimestrale e conta sessantaquattro pagine - la parte centrale ospita il racconto di uno scrittore. A marcare il rifiuto dell'agitazione e della propaganda e a favore della riflessione abbiamo chiesto a numerosi autori di testimoniare e sollecitare l'immaginario colletivo sugli aspetti che più li colpiscono della pena capitale. Oltre ai due racconti già pubblicati - Il perdono di Claudio Piersanti e La grazia di Luigi Compagnone - abbiamo avuto modo di leggere quelli di Fulvio Abbate, Paola Capriolo, Raffaele Nigro, Sandro Onofri, Giorgio Van Staten: davvero interessanti.

Tutte le pagine sono scandite da illustrazioni. Il rifiuto di utilizzare le immagini in senso puramente estetico o didascalico arrichisce moltissimo la rivista. Di fatto ogni disegno è un intervento, a volte più efficace del resto.

Ultima annotazione, la vocazione internazionale della rivista. Scelta più esplicita non poteva esserci: tutti i testi sono pubblicati in italiano e inglese.

 
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