Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 21 apr. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Hands off Cain
Partito Radicale Centro Radicale - 4 dicembre 1996
Abolizione della Pena di Morte/Mosca/Intervento di Olivier Dupuis

INTERVENTO DI OLIVIER DUPUIS, SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE, AL SEMINARIO SULL'ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE

Mosca, 23-24 novembre 1996

Signor Presidente, Signore e signori, parlamentari, ambasciatori, amiche e amici abolizionisti,

come segretario del PR sono felice di essere con voi, uno di voi, oggi, qui a Mosca, a partecipare ad un appuntamento che - ne sono convinto - si iscriverà tra i momenti importanti della battaglia per l'abolizione al livello mondiale della pena capitale, della pena di morte.

Come sapete il Partito Radicale transnazionale, i suoi militanti hanno da diversi anni tra le loro poche priorità politiche quella di consentire all'umanità questo grande salto di qualità in termini di civiltà dell'abolizione universale della pena di morte, paragonabile per molti versi a quello che fu conseguito con l'abolizione universale della tortura e schiavitù.

Una battaglia difficile che, se pur in modo del tutto inadeguato, tentiamo di portare avanti insieme alle nostre altre quattro priorità: l'istituzione del Tribunale Penale Internazionale permanente, la legalizzazione di tutte le droghe, l'introduzione di una lingua internazionale ausiliaria di comunicazione, la libertà per il Tibet e la democrazia per la Cina.

Una campagna, lo sappiamo tutti, che ha visto riaprirsi nuovi spazi, nuove speranze, durante il 1989 con il crollo della cortina di ferro, con l'abolizione, inizialmente nell'allora Cecoslovacchia, in seguito in altri paesi dell'ex patto di Varsavia, della pena capitale. Un movimento che si è dapprima rafforzato con l'ingresso di questi paesi nel Consiglio d'Europa, ma che si è poi, poco a poco rallentato fino a fermarsi quasi del tutto nel 1994. Con le sole e recenti eccezioni della Moldavia e della Macedonia. Questo per dire che molto è ancora da fare in questa regione del mondo e per sottolineare, se ce ne fosse bisogno, l'importanza di questa riunione.

Spazi nuovi. Speranze nuove che hanno avuto il loro momento culminante, sempre nel 1994, quando per soli otto voti di differenza, l'Assemblea delle Nazioni Unite ha respinto una risoluzione concepita dall'associazione "Nessuno tocchi Caino" e dal PR che chiedeva l'istituzione di una moratoria universale delle esecuzioni capitali.

Da allora, e per due lunghi anni, sembra che la spinta si sia esaurita. Sembra, insisto, perché sono sicuro che dai partecipanti a questa conferenza, verranno informazioni positive su tentativi e iniziative in corso. So, per esempio, del grosso lavoro - seppure non ancora ultimato - svoltosi in Azerbagian su iniziativa del collega vice-Presidente del Parlamento Radim-Zade. Sappiamo anche dell'importante risoluzione approvata nell'ottobre scorso dall'Assemblea paritaria ACP-UE, che riunisce i 15 paesi dell'Unione Europea e 65 paesi d'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, a favore dell'istituzione di una moratoria universale.

A questa premessa - della cui lunghezza mi scuso, credo sia utile aggiungere alcuni altri elementi che mi sembrano rivestire una importanza capitale per il futuro della nostra campagna.

1) La frattura creatasi con il voto del 1994 all'Assemblea Generale tra paesi abolizionisti e paesi a favore della pena capitale è tutt'altro che colmata. Ma non solo. All'interno del fronte abolizionista permangono forti divergenze sulla fattibilità - e quindi sull'opportunità - di ritentare a breve termine un'operazione come quella del 1994 alle Nazioni Unite.

2) Le Nazioni Unite vivono momenti particolarmente "delicati" con la questione della conferma o meno del mandato del Segretario Generale, con varie iniziative in corso a favore della riforma del Consiglio di Sicurezza.

I. PROTOCOLLI

Per tutte queste ragioni, come PR crediamo sia prioritario in questa fase rafforzare il fronte dei paesi abolizionisti. In effetti oggi sono circa 45 i paesi abolizionisti che non hanno ancora ratificato il Secondo Protocollo Opzionale del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici del 1989. A questi possiamo aggiungere una decina di altri paesi - cominciando proprio dalla C.I.S. - che, per mutate situazioni politiche, si presume possano, se opportunamente spinti, firmare il protocollo. Allo stesso modo vanno condotte delle iniziative mirate verso i Paesi che hanno firmato ma non ratificato il sesto protocollo della convenzione europea dei diritti umani (Belgio, Estonia, Grecia).

Un'identica iniziativa può essere presa con i paesi che hanno firmato il protocollo della Convenzione americana ma non lo hanno ratificato (Brasile, Costarica, Equador, Nicaragua).

II. COMMISSIONE DEI DIRITTI UMANI DELLE NAZIONI UNITE

Anche se, per se, la pena di morte non rientra se non marginalmente, e in chiave tematica fra le violazioni dei diritti umani, si potrebbe concepire una risoluzione sotto forma di appello all'Assemblea Generale. Sotto tale forma potrebbe ricevere il sostegno di un numero consistente di Paesi.

Lo status di NGO di prima categoria che ha ricevuto il PR nel 1995 consentirebbe una partecipazione attiva ai processi della Commissione e attraverso un combinato disposto in sinergia col PE, i Parlamenti nazionale e le NGO, potremmo giungere a qualche risultato significativo.

Va sottolineato però che una tale strategia potrebbe richiedere due o tre anni prima che si possano verificare le condizioni necessarie alla presentazione di una forte risoluzione all'Assemblea Generale.

Una strategia intermedia di questo tipo potrebbe consentire di combinare iniziative istituzionali, parlamentare e militanti per l'intero 1997. Verrebbero anche garantite alcune scadenze capaci di assicurarci una maggiore presenza a livello dei mass-media.

Potrebbe essere l'occasione per stabilire una politica di partnership con altre organizzazioni, aumentando il nostro livello di incidenza politica e di presenza geografica, uscendo dal "ghetto" europeo abolizionista. Un tale scenario avrebbe tempi medio-lunghi: tre, quattro anni, con l'obiettivo di incrementare di anno in anno il consenso fino ad arrivare - lo speriamo - al voto di una forte risoluzione da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Per arrivare ad un tale risultato sarà ovviamente determinante quanto succederà in Russia e negli altri Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti. Grazie e buon lavoro.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail