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Conferenza Hands off Cain
Partito Radicale Radical Party - 17 aprile 1997
NEL TERZO MILLENNIO SENZA LA PENA DI MORTE
tratto dal giornale "Panorama" del 29 gennaio 1997

In tutto il mondo cresce il movimento internazionale per l'abolizione della pena di morte.

E' notevole il contributo del Partito Transnazionale Radicale la cui attivita' in generale e nell'ambito dell'iniziativa contro la pena di morte in particolare e' stata riconosciuta dall'ONU.

Il coordinatore del Partito Radicale Zejnal Ibraghimov si e' incontrato con il Primo Vicepresidente del Milli Medzhlis della Repubblica Azera Arif Raghim-zade, proponiamo all'attenzione dei nostri lettori la sua intervista.

Z. Ibraghimov:

Probabilmente nessun altro strumento di controllo sociale provochi discussioni cosi' animate e abbia tanti sostenitori e avversari come la pena di morte. Anche nei paesi che l'hanno abolita da tempo ogni tanto riesplode l'opinione pubblica chiedendo di riprendere l'applicazione della pena di porte. Poco fa e' successo in Belgio per il caso di un maniaco assassino e in Israele dopo l'assassinio del Primo ministro Izkhak Rabin. Quali sono, secondo Lei, le possibilita' di abolire la pena di morte in Azerbaigian... Per quanto io sappia, gia' nel 1997 la Repubblica Azera ha buone possibilita' di essere ammessa al Consiglio d'Europa. Una delle obbligatorie condizioni per gli aspiranti membri di questa organizzazione internazionale che per noi e' molto importante e' proprio quella dell'abolizione della pena di morte nella legislazione nazionale.

A. Raghim-zade:

Il problema dell'abolizione della pena di morte in Azerbaigian non ha niente a che fare con le ragioni opportunistiche e non dipende dall' adesione al Consiglio d'Europa.

In Azerbaigian la vita umana e' sempre stata trattata con premura, con particolare rispetto. Tale atteggiamento si' e' formato nel corso di secoli e fa parte del carattere nazionale. Pero' questo singolare dono del nostro popolo non puo' realizzarsi nelle condizioni di anarchia. Ci vogliono il forte potere, la saggezza statale, la volonta' politica. Di regola la loro mancanza viene compensata con la crudelta'. E' un assioma. Dal 1993 quando Gejdar Aliev prese il potere in Azerbaigain non e' stata eseguita nessuna condanna a morte. Da allora il Presidente ha graziato 12 persone condannate a morte. Altra testimonianza dell'atteggiamento premuroso e delicato alla vita umana e' la cessazione del fuoco e la tendenza di cercare una soluzione pacifica del conflitto nel Karabakh. Quanto all'assoluta abolizione della pena di morte, non e' un processo immediato. Stiamo proseguendo in quella direzione. Per iniziativa di Gejdar Aliev nel Codice Penale della Repubblica Azera e' stata introdotta una serie di modifiche c

he garantiscono essenziale umanizzazione della politica penale dello Stato e notevole restringimento del campo dell'applicazione della pena di morte. Nel 1995-1996 la pena di morte e' stata tolta da 19 articoli del Codice e rimane solo in 13 articoli del Codice Penale della Repubblica Azera.

Z. Ibraghimov:

Sono d'accordo che il processo dell'abolizione della pena di morte deve correlare con lo sviluppo della cultura politico-sociale della gente, con il generale ingentilimento dei costumi, con la lotta contro la criminalita' molto piu' efficiente. Solo la formazione dello stato di diritto, l'efficace funzionamento delle istituzioni, l'alto livello di regolarizzazione legale di tutti i rapporti all' interno della societa' permetterebbero di sollevare la questione dell'assoluta abolizione della pena di morte.

A. Raghim-zade:

E ' vero, tutto questo e' molto importante. Vorrei anche parlare di un'altra condizione obbligatoria - la riforma del sistema penintenziario.

A dir poco, gli istituti penitenziari sono poco adatti per rieducare quelli che ci capitano. Parlando della pena di morte come di un passo decisivo verso la societa' piu' umana bisogna cambiare radicalmente le condizioni della vita negli istituti penitenziari. Per farlo ci vogliono non pochi finanziamenti, ma ci vuole anche del tempo.

Z. Ibraghimov:

Alla Conferenza internazionale sull' abolizione della pena di morte organizzata dal Consiglio per i diritti umani del Consiglio Politico Consultativo presso il Presidente della Federazione Russa insieme con l'associazione Memorial e al Partito Radicale Transnazionale, svoltasi a Mosca nel novembre scorso, abbiamo partecipato alla discussione di molti aspetti del problema dell'abolizione della pena di morte. Sono stati citati gli esempi di Cikatilo, Pol Pot, Hitler, Processo di Norimberga. Cosa potrebbe dire sulla pena di morte in questo contesto?

A. Raghim-zade:

Non tutti condividono gli argomenti a favore dell'abolizione della pena di morte. Ritengo che la ragione principale stia nella poca e unilaterale conoscenza del problema. In tanti prevale l'approccio strettamente emotivo. Ma a pensarci bene e' evidente che lo stesso Cikatilo era affetto da una grave malattia mentale; gli assassini patologici come lui capitano molto raramente e non possono giustificare la pena di morte.

E' paradossale che la societa' composta dalla maggioranza rispettosa della legge, incapace di uccidere predica la morale che permette all'uomo di uccidere un altro uomo. Bisogna fare cosi' che l'idea stessa di poter togliere la vita umana (fossero singole persone o lo stesso stato a farlo) diventi inaccettabile.

E' importante che l' idea di poter togliere la vita umana sparisca dalla memoria delle generazioni e diventi assurda come, ad esempio, l'idea del cannibalismo o dello squartamento. Solo allora diminuira' la possibilita' di veder emergere nuovi Pol Pot e Hitler. A proposito, le statistiche dimostrano che nei paesi che hanno abolito la pena di morte la percentuale di omicidi e di altri gravi crimini e' molto minore che nei paesi che continuano ad applicare la pena capitale.

Z. Ibraghimov:

Non c'e' dubbio che ci vuole tempo per abolire la pena di morte. Probabilmente bisogna pianificare le tappe passando per le quali riusciremo a risolvere il problema. Alcuni paesi ritengono che una delle prime tappe possa essere la moratoria sull'esecuzione delle condanne a morte. Ad esempio, in Russia e' gia' pronto il disegno della legge da presentare alla Duma. Da che cosa, secondo Lei, si potrebbe cominciare il lavoro nel nostro paese?

A. Raghim-zade:

Da noi il lavoro in questo campo e' cominciato con con l'avvento al potere di Gejdar Aliev. Ha menzionato la preparazione dell'apposito disegno della legge in Russia... Fra l'altro, alla Conferenza di Mosca si e' parlato dell'esecuzione di 50 condanne a morte, avvenute in Russia nel 1995.

Invece in Azerbaigian dal giugno 1993 il Presidente ha di fatto proclamato la moratoria.

La prossima tappa che stiamo realizzando con successo consiste nella stabilizzazione dell'atmosfera politico-sociale in Azerbaigian e nel consolidamento dell'ordine legale. Nella societa' azera cresce la consapevolezza che oramai e' stata messa fine all'impunita' e alla mancanza di controllo, che l' inevitabilita' della punizione sta diventando la realta'. Inoltre, c'e' la riforma legale. La Commissione statale per la riforma legale, presieduta dal Presidente della Repubblica Azera, ha gia' preparato una serie di disegni delle leggi che vengono esaminati da esperti delle organizzazioni internazionali di alto livello tra cui il Consiglio d'Europa e l'Ufficio per istituti democratici e diritti umani dell'OSCE.

Continua il lavoro per la stesura del Codice Penale e di altri atti normativi. In tutti i documenti in fase di preparazione il filo conduttore sono il principio della priorita' dei diritti dell'uomo e del diritto alla vita in particolare e la necessita' di rendere la politica penale della Repubblica conforme ai riconosciuti standards internazionali.

Z. Ibraghimov:

Il Partito Radicale transnazionale e' stato uno degli organizzatori della Conferenza. Lo status dell'organizzazione nongovernativa di prima categoria, conferitogli dall'ONU (che, fra parentesi, e' lo status piu' alto per un'organizzazione nongovernativa) riflette il riconoscimento della sua attivita' in generale e della lotta per l'abolizione della pena di morte in particolare. Cosa potrebbe dire a proposito....

A. Raghim-zade:

Si', molti indirizzi dell'attivita' del partito sono riconosciuti dalla comunita' internazionale. In particolare vorrei segnalare il lavoro del suo Segretario Olivier Dupuis, deputato al Parlamento Europeo, che ha partecipato alla Conferenza. I suoi sforzi per l'abolizione della pena di morte non si limitano all'aspetto giuridico del problema. Poco fa alla Conferenza del Parlamento Europeo per la sicurezza e per gli affari internazionali Dupuis ha espresso una dura critica a proposito della posizione presa dall' Armenia nel conflitto di Karabakh, qualificando Armenia un aggressore.

Quest' approccio globale al problema del valore della vita umana riflette la posizione del Partito Radicale transnazionale in questo campo. E' molto importante, perche' i conflitti regionali come quello in Karabakh tolgono migliaia di innocenti vite. Percio' non si' puo' parlare dell'abolizione della pena di morte dimenticando questo problema.

Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare il signor Dupuis del suo appoggio e per sottolineare l' importanza del contributo del Partito Radicale alla lotta per l'abolizione della pena di morte.

Traduzione di Anna Iampol'skaia

 
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