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Partito Radicale Centro Radicale - 22 ottobre 1998
Pena di morte/Sant'Egidio/Giubileo

BESTA CON LA PENA DI MORTE IN VISTA DEL GIUBILEO

di Piero Sansonetti

L'Unità, 20 ottobre 1998

Dobbie Williams è il nome del prossimo cittadino americano che affronterà la camera della morte. Sarà giustiziato nella prigione di New Orleans, in Louisiana, all'alba del 12 novembre. Di lui sappiamo pochissimo: solo che è accusato di omicidio. Sappiamo così poco perché i grandi giornali americani non si sono mai occupati del caso. Un'esecuzione capitale, che per noi è un fatto straordinario e agghiacciante, non colpisce affatto l'opinione pubblica statunitense: ormai ce ne sono quasi cento all'anno, e se non sono particolarmente spettacolari, o contese, o osteggiate da qualcuno per motivi politici, non fininscono nemmeno sui giornali. Dobbie Williams vedrà nei prossimi giorni respinte tutte le sue richieste di revisione del processo che pendono presso le varie Corti, e poi, fino all'ultimo minuto, aspetterà tremante e disperato la grazia del Governatore: ma la grazia non arriverà, perché negli ultmimi 20 anni non è mai arrivata. Non la concesse, recentemente, George W. Bush - il giovane figliolo dell'ex pr

esidente, forse anch'egli aspirante alla Presidenza - a una povera signora a favore della quale si era pronunciato perfino il Papa. Forse Bush non la concesse perché è un conservatore eletto da gente di destra. Però non la concesse nemmeno Bill Clinton, che è un liberal, quando era governatore dell'Arkansas e candidato alla Casa Bianca: la negò a un giovane handicappato, e anzi andò ad assistere all'esecuzione. Si suppone che così facendo calcolava di guadagnare e non di perdere voti. Ieri la Comunità di Sant Egidio ha lanciato una raccolta di firme per chiedere che nel 2000, in occasione del Giubileo, si proclami una sorta di "moratoria" delle esecuzioni capitali in tutto il mondo. Un "cessate il fuoco" che permetta alle grandi potenze, e alle piccole nazioni, dove ancora vige la pena di morte, di riflettere sul senso di una norma che ormai è in aperto contrasto con i valori morali più moderni e con le stesse esigenze di ordine pubblico e di serene relazioni sociali e giuridiche tra i cittadini. La Comunità

di Sant Egidio si pone l'obbiettivo di raggiungere le 100 mila firme, e probabilmente ci riuscirà. Assai più difficle è che riesca ad ottenere la moratoria. Vista l'opposizione che sino ad oggi è stata molto feroce da parte di paesi molto potenti, come gli Stati Uniti, la Cina e alcune nazioni arabe. La delegazione italiana all'ONU da anni si batte per questo obiettivo - la moratoria - ma non ha ottenuto nulla. La sospensione della pena di morte è stata una delle grandi battaglie perdute dell'ambasciatore italiano alle Nazioni Unite Paolo Fulci. Riuscirà un'organizzazione religiosa a concretizzare risultati politici, laddove hanno fallito le grandi diplomazie? Sarebbe un bel titolo di merito per la Comunità e anche per il Giubileo. L'impegno crescente di forze cattoliche contro la pena di morte - che è abbastanza recente, almeno in una forma tanto vasta - è la prova provata di quanto i grandi valori (morali, politici, religiosi) stiano vivendo un periodo di enorme travaglio e di trasformazione. Negli Stati

Uniti la comunità politico religiosa più fortemente impegnata nella difesa dellapena di morte è la destra cristiana, cioè la "cristian coalition" che è la più potente organizzazione religiosa impegnata in politica (decisiva nella scelta dei candidati repubblicani sia al Parlamento sia alla Casa Bianca), mentre l'unico gruppo politico-religioso che si oppone è quello dei mussulmani neri. Da noi è l'opposto. Sono i cristiani in prima fila nella battaglia abolizionista, ormai - occorre ammetterlo - più ompatti e impegnati degli stessi gruppi politici della sinistra. Non basta a spiegare questa contraddizione un ragionamento sulle differenze culturali e dottrinali tra cristiani cattolici e cristiani protestanti. La verità è che, seppure viviamo un periodo di grandi omologazioni politico-culturali - la lontananza tra lo spirito pubblico europeo e quello americano è ancora notevole. E ci sono dei campi ideali, come quello della Giustizia, nei quali gli americani sono ancora molto indietro rispetto a noi.

 
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