Roma, 16 nov. 98 - La Corte Costituzionale italiana con la sentenza sul caso di Pietro Venezia nel 1995 ha sancito il divieto per il nostro Paese di concedere l'estradizione verso quegli Stati che ancora prevedono nei loro ordinamenti penali la sentenza capitale. E questo è il caso della Turchia che ancora la prevede per omicidio aggravato e crimini contro l'unità dello Stato. Proprio nel giugno scorso ad Ankara il pubblico Ministero del tribunale per la sicurezza dello Stato di Diyabakir ha chiesto la pena di morte per un ex esponente del PKK, Semdin Sakik. I dati sulla pena di morte in Turchia dicono che non si eseguono sentenze dall'inizio degli anni '80 ma i pubblici ministeri anche quest'anno hanno continuato a chiedere la pena di morte non solo nel caso di Sakik, ma anche in casi di omicidio. Il metodo di esecuzione è l'impiccagione. La Turchia è uno dei pochi Stati membri del Consiglio d'Europa che ancora mantiene la pena di morte per reati ordinari.
Nel gennaio del '98 il Governo turco ha presentato una proposta di legge per l'abolizione della pena capitale, ma ancora non c'è stata alcuna decisione e la pena di morte è prevista oltre che comminata.
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