I LEGALI, MA E' NECESSARIO RICONOSCERGLI IL DIRITTO D'ASILO Roma, 30 apr. - (Adnkronos) - L'Onu potrebbe intervenire presso
la Turchia per evitare la pena di morte ad Abdullah Ocalan. Ma ad una
condizione: che al leader del Pkk venga riconosciuto quel diritto
d'asilo politico per cui si sta celebrando un processo in Italia. In
questo caso, infatti, l'Alto commissariato per i rifugiati
diventerebbe garante della vita e del trattamento riservato ad
Ocalan, secondo quanto previsto dalle convenzioni internazionali.
''Il diritto d'asilo -spiega all'Adnkronos Giuliano Pisapia,
uno dei difensori del presidente del Pkk- comporta il riconoscimento
dei controlli intenazionali. A cominciare dal controllo
sull'integrita' fisica e quindi sulla vita del 'rifugiato'. Inoltre
all'Alto commissariato dell'Onu spetterebbe anche vigilare sul
trattamento carcerario di Ocalan e sullo svolgimento del processo in
Turchia. Tutti controlli -sottolinea- che fino ad ora sono stati
impediti a suoi difensori''.
Pisapia, che proprio ieri insieme al collega Luigi Saraceni ha
presentato un ricorso alla Corte Europea per i diritti dell'uomo,
chiarisce: ''Con questa iniziativa possiamo solo ottenere la condanna
della Turchia per il mancato rispetto delle convenzioni europee che
ha sottoscritto. Ma non possiamo arrivare ad avere garanzie
sull'incolumita' del nostro assistito. Per questo -conclude- e'
necessario che l'Italia riconosca il diritto d'asilo al presidente
del Pkk''. (segue)
(Vlo/Zn/Adnkronos)
30-APR-99 14:24
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OCALAN: POSSIBILE INTERVENTO ONU PER EVITARE PENA DI MORTE (2) =
IL 6 MAGGIO LA NUOVA UDIENZA PER L'ASILO POLITICO
(Adnkronos) - La nuova udienza per il riconoscimento dell'asilo
politico e' stata fissata per il sei maggio davanti alla prima
sezione civile del Tribunale di Roma. E finalmente giovedi' si
entrera' nel vivo del processo con l'ammissione delle prove. A
cominciare dall'accertamento dell'esercizio delle liberta' in
Turchia. Accertamento che era stato richiesto dall'avvocatura
generale dello Stato che, pero', aveva proposto di affidare
l'indagine al ministero degli Esteri. E i giudici romani, pur
accogliendo la richiesta, hanno stabilito che a svolgere l'indagine
sara' lo stesso Tribunale.
Da qui, la decisione dei legali di Ocalan di presentare una
lunga lista di testimoni. ''E' nostra intenzione dimostrare che in
Turchia, non solo sono garantite le liberta' democratiche -chiarisce
Arturo Salerni, un altro avvocato di Ocalan- ma che addirittura e'
praticata la tortura, soprattutto contro i curdi''.
(vlo/Pn/Adnkronos)
30-APR-99 14:26
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