(ANSA) - ROMA, 21 LUG - Romana, 44 anni, ragazza-madre di due
figli ormai grandi, una vita travagliata, problemi di salute e
una inquietudine di fondo. Virginia e' partita per il Pakistan
inseguendo chissa' quale sogno. Lo scorso 10 luglio e' stata
arrestata all'aeroporto di Islamabad per detenzione e traffico
di stupefacenti: in una sua valigia la polizia doganale ha
trovato un chilo e mezzo di eroina. Rischia la pena di morte:
impiccagione o lapidazione in pubblico e' quello che prevede la
legge islamica. E poco importa se finora la pena capitale non e'
mai stata applicata in casi analoghi a un cittadino straniero.
Se le va bene le toccano comunque non meno di 14 anni di
reclusione. Li' il carcere e' duro e non esiste alcun trattato
di estradizione tra l'Italia e il Pakistan.
Del suo caso, ma anche di quelli di altri 4 italiani
incarcerati per gli stessi motivi, si sta occupando
l'associazione ''Nessuno tocchi Caino'' che oggi ha organizzato
una conferenza stampa per illustrare le iniziative in corso.
Sono gia' quattro le interrogazioni parlamentari presentate da
vari gruppi (2 alla camera e 2 al Senato) per chiedere al
Governo cosa intende fare. I familiari hanno inviato una lettera
a Ciampi. ''E' al suo senso della Giustizia e della umana
comprensione che ci rivolgiamo - scrivono - per evitare che
Virginia, figlia, sorella e madre di chi scrive, si perda
nell'oblio di un girone dantesco''. (SEGUE).
CLL
21-LUG-99 17:27 NNNN