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Conferenza Hands off Cain
Partito Radicale Hands - 2 agosto 1999
LETTERA DI FRANCESCA MAMBRO E VALERIO FIORAVANTI

Cara Emma e caro Marco,

nei giorni scorsi eravamo tutti intenti a preparare gli scatoloni per la trasferta all'Ergife, e poi venerdì sera sorrisi, pacche sulle spalle e l'appuntamento per la mattina dopo al congresso. A noi piace lavorare con voi, ci siamo sentiti in famiglia sin dal primo momento, e dopo tanti anni passati in un ozio forzato abbiamo sempre l'impressione di fare qualcosa di utile. Con questa ritrovata serenità nel cuore abbiamo risposto a tutti che no, noi al congresso non ci potevamo venire, siamo pur sempre dei detenuti, e tali torniamo ad essere appena fuori dal portone di Torre Argentina. A chi riteneva che questo sarebbe stato triste abbiamo risposto che in realtà è solo una divisione dei compiti: voi a presidiare le postazioni mobili del partito in trasferta, noi qui a presidiare le postazioni fisse. C'è o non c'è una rivoluzione liberale in corso? Seguiamo i lavori via radio, riconosciamo le voci e gli argomenti degli amici, e continuiamo a immaginare che la piccola affiatata squadra di "Nessuno tocchi Caino

" potrà fare la sua parte.

Quanto a noi dueà come sapete abbiamo sollevato qualche polemica per il fatto stesso di essere sopravvissuti ad una stagione di odio. Qualcuno da sinistra ci accusa di essere ancora troppo cattivi per meritare di lavorare con voi, altri ancora più scemi ci accusano da destra di essere diventati invece troppo buoni e vorrebbero richiamarci all'ordine sporcando il vostro portone con svastiche stortignaccole e dandoci dei "rinnegati". No, noi non siamo tecnicamente dei "rinnegati" perché con le svastiche non abbiamo mai avuto niente a che spartire nemmeno per sbaglio e nemmeno per un istante. E non siamo dei rinnegati perché tornando da voi riprendiamo un discorso vecchio ormai quasi di un quarto di secolo, quando nel 1976 fummo espulsi dal M.S.I. per aver firmato i referendum radicali dell'epoca, compreso quello per l'abolizione dell'ergastolo mentre la posizione ufficiale del partito era per la pena di morte. Poi non tutto ha funzionato bene nella nostra testa e abbiamo pensato che si potesse far politica con

le armi. Oggi stiamo molto meglio, e assieme a Sergio, Alessandra e gli altri riprendiamo da dove eravamo rimasti, dai vostri referendum, e dalla vita.

Un'ultima cosa: a Rebibbia e in molti altri carceri vi aspettano per firmare i referendumà

A presto, Francesca e Valerio

 
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