Martedì 24 agosto una delegazione di Nessuno tocchi Caino (Alessandra Filograno) e di parlamentari italiani on. Marco Taradash e on. Enzo Fragala' si recherà in Pakistan per visitare nel carcere di Rawalpindi e di Lahore i 4 cittadini italiani detenuti nelle carceri e in attesa di giudizio. L'iniziativa è stata decisa a seguito dell'arresto della dona romana di 44 anni Virginia G. (la donna vuole mantenere l'anonimato) avvenuto il 10 luglio. all'aeroporto di Islamabad per possesso di eroina. L'allarme lanciato dai familiari e dall'avvocato della donna per il rischio di condanna a morte è stato subito raccolto da Nessuno tocchi Caino e da alcuni parlamentari che hanno presentato anche interrogazioni in Parlamento. La delegazione incontrerà i cittadini italiani detenuti oltre a rappresentanti del Governo pakistano. L'obiettivo è quello di scongiurare la condanna a morte, ma anche di ottenere la ratifica da parte del Pakistan del trattato di estradizione che consenta il trasferimento in Italia dei cittadini it

aliani per scontare la pena. In Pakistan l'applicazione della pena di morte è prevista per vari reati, tra i quali: rapina, dirottamento aereo, traffico di armi, traffico di droga, violenza carnale oltre a quelli previsti dalla Sharia (blasfemia e rapporti sessuali tra persone non sposate). La pena di morte colpisce anche i minori e nelle carceri sono detenuti anche molti bambini. La delegazione incontrerà anche rappresentanti della Chiesa cattolica, una minoranza religiosa nel Paese, colpita da numerose condanne a morte per blasfemia. Il progressivo abbandono della common law britannica e l'adozione della legge coranica sta inasprendo l'applicazione della pena capitale. Dure sono anche le condizioni di detenzione. I dati del '98 sulle condanne riportano che sono state comminate 88 condanne. Impiccagione e lapidazione sono i metodi di esecuzione applicati.

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