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Conferenza Lingua internazionale Fundapax
Gentile Guido - 27 dicembre 1994
RE:Obiezioni
>Vorrei esporre una serie di obiezioni contro >l'adozione dell'E. come lingua internazionale (LI), >nella speranza che la reazione di qualche esperantista >a queste critiche mi aiuti a comprendre meglio la >questione della LI.

Penso sarebbe innanzitutto il caso di non parlare di "obiezioni contro" ma di dubbi o di curiosità, altrimenti se si lavora sul pre-giudizio è inutile discutere, non ti pare?

Quanto ad esperantisti disposti disposti a "reagire" non credo proprio che ne troverai, anche se su Agorà sono almeno una decina. Perchè ?

Devi sapere che in ambiente esperantista nessuno ha più la voglia di "reagire", ognuno preferisce leggere le riviste (un centinaio), ascoltare le radio, partecipare a congressi, frequentare le più diverse associazioni.

Per loro l'Esperanto ha già vinto (Raumismo-dal congresso di Raumi-).

Noi dell' "Esperanto" Radikala Asocio abbiamo cercato di rompere il guscio ponendo la questione della Lingua Internazionale Ausiliaria (LIA) o Lingua Federale Europea come questione di diritti politici.

Ci siamo riusciti ?

Non credo, perchè ritengo che il nostro lavoro non sia stato ben compreso nè dagli esperantisti, i quali, tutti presi dai temi culturali, evitano quelli politici, nè dai radicali che, al contrario, stentano ancora molto a conciliare la politica con la cultura.

Oltretutto negli ambienti radicali ultimamente si è verificata un'implosione sui temi di politica nazionale che sembrano interssare molto di più.

Rischia di chiudere non solo l'E.R.A. ma, per gli stessi motivi, anche il Partito Radicale Transnazionale.

>Si dice che si dovrebbe adottare l'E. perche' e' una >lingua non-etnica [..]

>L'E. e' chiaramente una lingua dalle caratteristiche >latine, quindi ipso facto implica, in maniera meno >esplicita dell'inglese, ma quindi forse in maniera piu' >subdola, l'accettazione di una cultura.

Esistono centinaia di progetti di lingue pianificate.

Le lingue pianificate si possono dividere in due grandi categorie: quelle "a priori" e quelle "a posteriori".

Le lingue pianificate "a priori" sono lingue che non hanno nessun legame con quelle esistenti, mentre quelle "a posteriori" derivano da qualche lingua già esistente.

Le lingue assolutamente "a priori" hanno il vantaggio di essere assolutamente neutrali ma di difficile apprendimento, mentre il contrario accade per le lingue "a posteriori".

Così, mentre le lingue che si sono trovate su posizioni estreme hanno fallito, l'unica che continua ad avere milioni di praticanti da 100 anni in qua è l'Esperanto.

Certo non è una soluzione perfetta, ma è la soluzione migliore proprio perchè mediana.

Ma c'è un altro fatto importante di cui bisogna tener conto: la struttura.

La struttura, e non la derivazione delle radici, è quella che favorisce anche le popolazioni a noi più distanti, come ad esempio i Cinesi.

Non a caso la rivista più bella del movimento esperantista è quella Cinese.

Ma a questo punto, per capire come funziona l'Esperanto, bisognerebbe studiarlo, almeno un po':

Umberto Eco ci ha provato e poi ha scritto il suo penultimo libro "Alla ricerca della Lingua Perfetta" e ne ha parlato alle università.

>Ovvero, se parlo E., se ragiono in E., acquisisco, per

>la forza stessa della parola, parte di quella cultura.

Solo che qui si parla di Lingua Internazionale Ausiliaria, non di lingua che sostituisce quelle nazionali o materne. Io sarei addirittura per il recupero dei dialetti ...

Le lingue materne dovrebbero essere i dialetti.

>Questo avverrebbe per ogni lingua, ma allora prefersico

>l'inglese, che, potrei dire, e' almeno una cultura

>collaudata, che ''funziona'' da secoli (e che, per le

>mie inclinazioni politico-filosofiche, e' anche una

>cultura che mi piace...).

Non credo che gli indiani d'America siano stati molto d'accordo. Ma ora non possono più dirlo.

In Russia invece esiste una grande opposizione, seppur nascosta, riguardo all'insegnamento nelle scuole, del russo di Mosca.

Quanto alle personali inclinazioni politico-filosofiche perchè non prefeisci rispettivamente il Francese e il Tedesco ? Perchè sono lingue perdenti ?

>Chi mi garantisce che l'E.

>non sia portatore di qualche ''virus'' ideologico, che

>produca, per quanto e' in potere di una lingua, una

>evoluzione culturale negativa, che insomma faccia

>evolvere la società in una direzione disastrosa?

Vediamo i dati di fatto:

- ritieni o no che una lingua nazionale avvantaggia e avvantaggerà culturalmente e politicamente sempre quelli che la usano come lingua madre a scapito di quelli che la usano come lingua seconda?

Prova ad immaginare un congresso dove si parla italiano e dove sono presenti degli stranieri che hanno imparato l'Italiano. Chi pensi avrà la meglio quando sarà il momento di esporre e di votare le mozioni ?

Una lingua materna richiede un perfezionamento che dura tutta la vita...

>Si dice che imparare l'E aiuta ad imparare anche le

>altre lingue. L'ho sentito dire anche del latino.

Sì, solo che le difficoltà sono enormemente inferiori a quelle di una qualsiasi lingua "naturale".

Perchè parlare di efficienza solo per quanto riguarda un motore, un linguaggio di programmazione ecc., mentre parlarne riguardo a una lingua è tabù ?

>Ho anche sentito dire che l'E. e' facile da imparare,

>perche' ha poche regole grammaticali. Intanto,

>l'inglese e' ancora piu' facile da imparare, se non

>altro perche' mezzo mondo gia' lo parla.

L'inglese sarà facile da imparare ma è certo che è parecchio più difficile dell'Esperanto.

Non parliamo poi della pronuncia... che ha livelli molto alti di arbitrarietà.

L'inglese degli americani poi è ancor meno comprensibile.

Mezzo mondo già lo parla ?

Per quanto riguarda tradurre un testo scritto potrei anche essere d'accordo ma parlarlo e capirlo...

L'inglese è più facile perchè mezzo mondo lo parla?

Il latino no si diffuse certo nell'impero romano perchè era facile da imparare...

>Inoltre, se e' una lingua cosi' semplice, forse e' >anche perche' e' una lingua rozza, incapace di >esprimere in profondita' il pensiero di chi lo parla >(ma questa e' solo una insinuazione da parte mia, >perche' non conosco l'E...).

Appunto, non conoscendo come si strutturano le parole e come si può lavorare sui significati non sai che capita molto spesso di trovare espressioni che nemmeno l'italiano non è in grado di rendere...

Ti posso dar ragione per quanto riguarda la musicalità, ma per le canzoni usiamo pure l'inglese.

Perchè usare una lingua ausiliaria per le canzoni?

>Insomma, per concludere, mi sembra che l'E sia una scelta

>sbagliata. L'inglese si e' dimostrata una lingua dalle

>incredibili capacita' di evoluzione, che e' parlata, e quindi

>modificata ed evoluta, da gente di ogni paese.

>E' una lingua che ha saputo arricchirisi di termini

>italiani, francesi, tedeschi, spagnoli , giapponesi,

>ecc.: per le strade americane l'inglese e' gia' una

>vera LI, parlata, con diverso accento, diversa

>mentalita', diversa grammatica, perfino, da gruppi

>etnici di ogni tipo. E' la lingua che ha saputo

>crescere con la tecnologia, che e' flessibile, semplice

>eppure ricca di comunicativa, pratica e collaudata.

>Che altro ci serve?

L'inglese non ha vinto per particolari qualità intrinseche ma per il potere politico-economico-militare, allo stesso modo del Latino in epoca antica.

Le caratteristiche da te illustrate varrebbero per una qualsiasi altra lingua vincente.

Ci servono, oltre la lingua internazionale, la cultura e le lingue locali che si vanno perdendo irrimediabilemente, facendo diventare il mondo una enorme periferia di New York.

Forse a te sta bene così, ma a me non piace, anche per i famosi motivi "politico-filosofici".

>E per finire, chi va a spiegare a tutti quei popoli, >in asia, in africa, in sudamerica, che hanno ormai

>assimilato l'inglese ''basic'', che in inglese >riescono a comunicare, che in inglese

>issano i cartelli di protesta come a Tien-an-men, che grazie

>all'inglese riescono a studiare nelle universita' americane ed

>europee, che si sono sbagliati, che ora e' bene che

>si mettano a studiare questa nuova lingua misteriosa, >inventata da uno sconosciuto (europeo anche lui, >colonizzatore anche lui, imperialista anche lui, uomo >bianco anche lui), che e' l'esperanto?

Possiamo dire a questi popoli, che potrebbero imparare meglio e più velocemente l'inglese a scuola se studiassero prima la struttura base delle lingue con l'Esperanto, a quel punto, recupererebbero e supererebbero velocemente i loro compagni.

Dopo qualche anno si renderebbero conto che per il loro

lavoro è più utile studiare 2 anni invece di 5 e poi sarebbero liberi di scegliere di cantare in inglese, studiare filosofia in greco o in tedesco, amare e fare politica in francese e parlare in paese il loro dialetto, molto più espressivo e adatto all'ambiente dove ha avuto origine.

>>Guido<<

 
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