Allarme degli studiosi: il 95 per cento degli idiomi è in estinzione"Il Messaggiero" 19/02/'95
LONDRA- Nel giro di pochi decenni il mondo non sarà più una torre di Babele: il 95 per cento delle seimila lingue parlate sulla Terra sono in via di rapida estinzione. Alla fine del prossimo secolo ce ne saranno con ogni probabilità in circolazione non più di trecento, con l'inglese in posizione di lingua universale. E' un bene? E' un male? I linguisti sono divisi. Alla tendenza- sulla quale tutti sono d'accordo - sono stati dedicati molti preoccupati commenti ad Atlanta nel corso di un simposio annuale dell'associazione per l'avanzamento della scienza.
»Stiamo perdendo i linguaggi ad un ritmo incredibilmente alto. Il danno per la civiltà umana è irreparabile , ha detto al giornale britannico "Observer" Michael Krauss, dell' università dell'Alaska. A suo giudizio si perderà in varietà e pluralismo, »il mondo diventerà un posto meno interessante , l'umanità avrà minori strumenti conoscitivi. Le ultime generazioni hanno già abbandonato dal 20 al 50 per cento delle lingue dei padri e dei nonni e alla fine del prossimo secolo - ha avvertito il professor Krauss - il 95 per cento delle lingue attualmente parlate rischia di essere estinto o in via di estinzione.
Lea Anne Hinton, professoressa di linguistica all'Università di California, ha sottolineato che soltanto nel suo Stato sopravvivono sempre più a stento cinquanta diversi linguaggi pellirossa condannati a morire al massimo nel giro di una generazione. Appena tre settimane fà è deceduta una donna di novanta anni che era l'ultima a parlare "l'indiano pomo settentrionale".
Non tutti i linguisti piagono per il crollo progressivo della torre di Babele: »Il mondo - ha affermato Kimbrough Oller dell'Università di Miami, senza dare a ciò una connotazione per forza negativa - sta andando verso un linguaggio universale e questo linguaggio è l'inglese .