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Broccatelli Umberto - 17 maggio 1996
LETTERA APERTA AI MEMBRI DEL PARLAMENTO EUROPEO

15 febbraio 1996

Onorevole,

Nell'articolo 10, la Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali precisa, per quanto riguarda la liberta' d'informazione, che .

Certamente non e' nello spirito della Convenzione riservare de facto tale diritto a una e'lite. Merita di studiare seriamente le misure concrete da prendere per consentire a tutti i cittadini di esercitarlo pienamente. A questo vorrebbe invitarLa la nostra lettera aperta. Ma in primo luogo, per dare maggior chiarezza al dibattito, ci permetta di sottoporLe quattro domande fondamentali:

1. E' importante per Lei, per la costruzione dell'Europa, rendere possibile a tutti i cittadini di comunicare tra di loro nel modo piu' agevole?

2. E' per Lei ammissibile che, in un continente che si proclama favorevole alla varieta' culturale, il 90% dei giovani scelga di studiare una stessa lingua, l'inglese, il che procura agli anglo-sassoni un'influenza culturale sproporzionata e limita gravemente le possibilita' di una conoscenza reciproca delle culture?

3. E' per Lei conforme ai principi della democrazia che la popolazione europea si trovi de facto divisa tra anglofoni e non anglofoni, come pure tra persone in grado di imparare bene l'inglese e persone sfavorite sotto questo aspetto (si tratta qui tanto di capacita' intellettuali e di disponibilita' di tempo come di mezzi finanziari)?

4. Lei riconosce che, se l'inglese viene scelto in misura cosi' massiccia, cio' si deve al fatto che il desiderio di comunicare al di la' dei confini nazionali implica che tutti debbano imparare una stessa lingua di comunicazione? (In altre parole, tutti gli sforzi investiti nell'acquisizione di una lingua straniera si rivelano vani per la comunicazione intraeuropea se gli interlocutori non hanno una lingua comune)?

* * *

Ora che il terreno e' stato preparato, vorremmo richiamare la Sua attenzione su una serie di fatti che mostrano da che parte si trovi la soluzione piu' interessante di tale problema. Le note a pie' di pagina Le saranno di aiuto per controllare tali informazioni. Ogni mirante a darLe consapevolezza del fatto che nel campo delle lingue la nostra societa' tende a sostituire con pregiudizi e con ''si dice'' una conoscenza obiettiva della realta'.

1. Un'effettiva padronanza dell'inglese si trova fuori portata per la maggior parte degli europei (specialmente nei paesi dove non si parlano lingue della famiglia germanica). [1] Se Lei contesta questo fatto, voglia cortesemente fornirci il riferimento bibliografico dello studio sul quale Lei si basa.

2. Tutte le lingue nazionali sono cosi' difficili che, dopo sei o sette anni di studio di una lingua straniera con quattro ore alla settimana, l'alunno medio non e' in grado di comunicare su un piede di parita' con una persona appartenente a un paese dove si parla la lingua straniera in questione. [2] Se Lei contesta questo fatto, voglia cortesemente fornirci il riferimento bibliografico dello studio sul quale Lei si basa.

3. A pari numero di ore settimanali di studio, un anno di esperanto fornisce una capacita' di comunicazione nettamente superiore a quella che l'alunno medio raggiunge in un'altra lingua alla fine di sei o sette anni di studio, in misura tale che l'esperanto non viene piu' sentito come lingua straniera. [3] Se Lei contesta questo fatto, voglia cortesemente fornirci il riferimento bibliografico dello studio sul quale Lei si basa.

4. Questa rapidita' di accesso alla padronanza della lingua e' il risultato del fatto che l'esperanto segue piu' da vicino di qualsiasi altra lingua la via spontanea di espressione verbale, quale e' programmata nelle strutture nervose innate dell'uomo. [4] Se Lei contesta questo fatto, voglia cortesemente fornirci il riferimento bibliografico dello studio sul quale Lei si basa.

5. Lo studio dell'esperanto in eta' infantile stimola e facilita il successivo apprendimento di altre lingue.[5] Se Lei contesta questo fatto, voglia cortesemente fornirci il riferimento bibliografico dello studio sul quale Lei si basa.

6. In generale, le persone che hanno studiato l'esperanto conoscono meglio le altre culture rispetto a coloro che non hanno studiato alcuna lingua straniera o hanno studiato solo l'inglese. Se Lei contesta questo fatto, voglia cortesemente fornirci il riferimento bibliografico dello studio sul quale Lei si basa.

7. Tutti coloro che hanno fatto ricerche sull'ambiente esperantista confermano che studiare e praticare l'esperanto non comporta alcuno svantaggio.[6] Se Lei contesta questo fatto, voglia cortesemente citare gli svantaggi relativi e fornirci i riferimenti bibliografici dello studio sul quale Lei si basa.

8. Se, applicando i princi'pi della ricerca operativa, si confrontano sul terreno i diversi metodi di comunicazione usati tra persone di lingue diverse (uso dell'inglese, traduzione e interpretazione simultanea, uso dell'esperanto, uso approssimativo e balbettante di una lingua male padroneggiata, gesti ecc.) in riferimento all'insieme dei criteri validi: rapidita' di accesso dei partner al livello di comunicazione voluto, precisione, economia, assenza di stanchezza nervosa, scorrevolezza dell'eloquio, espressione adeguata dei sentimenti e delle emozioni, facilita' di redigere testi, eguaglianza tra gli interlocutori, spontaneita', ricchezza espressiva, immediata reazione all'umorismo, ecc.) si constata che l'esperanto supera molto nettamente gli altri sistemi secondo tutti i criteri sopra elencati. [7] Se Lei contesta tale superiorita', voglia cortesemente citare gli svantaggi relativi e fornirci i riferimenti bibliografici dello studio sul quale Lei si basa.

9. Il fatto di scegliere l'esperanto come strumento di comunicazione transnazionale preferito spesso si accompagna a un legame affettivo particolarmente forte verso la cultura locale e a un rafforzamento del sentimento di identita' regionale o nazionale. [8] Se Lei contesta questo fatto, voglia cortesemente fornirci i riferimenti bibliografici dello studio sul quale Lei si basa.

10. I giudizi sfavorevoli all'esperanto si manifestano sempre in persone che non hanno controllato i fatti e non hanno confrontato l'esperanto, nella pratica, con gli altri metodi applicati alla comunicazione tra persone di lingue diverse. [9] Se Lei contesta questa osservazione, voglia cortesemente citarci gli autori che hanno giudicato sfavorevolmente l'esperanto sulla base di una ricerca obiettiva: studio dell'ambiente esperantista, osservazione di sedute, analisi di conversazioni registrate, studio di testi letterari, esame di riviste, confronto di traduzioni, esperimenti pedagogici, ecc.

11. L'esperanto e' una lingua notevole per flessibilita', vivacita' e ricchezza espressiva, come testimonia la sua letteratura. [10] Se Lei contesta le qualita' letterarie dell'esperanto, voglia cortesemente fornirci il riferimento bibliografico dello studio sul quale Lei si basa.

* * *

Questo insieme di fatti non puo' venire semplicemente ignorato. Quando Lei lo controllera', potra' constatare che i diversi ricercatori e autori che hanno studiato la realta' sul terreno giungono unanimemente alla stessa conclusione, cioe' che, di tutti i sistemi di comunicazione usati tra persone di lingue diverse, l'esperanto e' quello che presenta per un massimo di persone il massimo di vantaggi e il minimo di svantaggi. [11] Siamo certi che Lei ha massimamente a cuore le Sue responsabilita' al servizio dell'Europa e degli europei. Percio', in considerazione dei fatti sopra riportati, La preghiamo di agire nel Parlamento Europeo affinche' esso:

a) intraprenda un'azione destinata a controbattere l'influenza delle asserzioni ingannevoli sull'esperanto generalmente diffuse in Europa, che hanno come solo effetto quello di privare gli europei della possibilita' di esercitare effettivamente il proprio diritto alla comunicazione;

b) stimoli esplicitamente i cittadini a imparare e praticare l'esperanto;

c) inviti gli Stati a considerare la possibilita' di introdurre l'insegnamento dell'esperanto come prima lingua straniera perche' serva come preparazione pedagogica al successivo studio di altre lingue;

d) richiami l'attenzione degli europei sui pericoli che la posizione dominante procurata all'inglese nella vita internazionale costituisce per la varieta' culturale dell'Europa, la democrazia e il radicamento in una precisa identita' locale, pericoli che un'ampia diffusione dell'esperanto consentirebbe di evitare.

Lei acconsente ad agire in tal senso? In caso negativo, voglia cortesemente chiarirci su cosa si basa il Suo rifiuto. E' specialmente importante per noi sapere come Lei valuti che un rifiuto possa accordarsi con:

- le proclamazioni ufficiali sulla necessita' di favorire negli europei la conoscenza reciproca delle rispettive culture;

- il dovere morale di ogni Stato di usare nel modo piu' efficace possibile il denaro che riceve dai contribuenti;

- il diritto, riconosciuto a tutti i cittadini nell'articolo 10 della Convenzione sopra citata, di .

Proclamare un diritto, ma rifiutare di informare i beneficiari di tale diritto sul modo migliore per poterlo esercitare e' fare dell'ipocrisia.

Le tradizioni europee di reciproco rispetto e di onesta' intellettuale vietano di emettere un giudizio prima che sia stata studiata la documentazione relativa e siano stati controllati i fatti. Ma, nel campo qui trattato, giudicare in modo infondato e' pratica comune. Noi abbiamo fiducia nel Suo senso di responsabilita', affinche' Lei contribuisca a invertire l'attuale tendenza, allo scopo di promuovere l'obiettivita' e lo spirito democratico. La democrazia senza dibattiti non e' possibile, ed e' possibile dibattere senza costi a tutti i livelli della scala sociale solamente se gli interessati dispongono di un comune opportuno strumento per gli scambi di idee e di informazioni. Quando Lei ha accettato di rappresentare una parte dell'elettorato europeo, Lei ha assunto una responsabilita' in relazione al rispetto dei diritti e delle liberta' fondamentali, compreso il diritto di comunicare. Tale responsabilita' implica uno studio obiettivo delle diverse opzioni e un impegno a favore di quella ottimale.

Se desidera ricevere altre informazione, non esiti a contattarci.

La ringraziamo per l'attenzione che vorra' dedicare a questa lettera aperta e La salutiamo, Onorevole, con la piu' alta stima.

Antonio Alonso Nun~ez, Rosa 26-5·-C, ES-15701 Santiago de Compostela, Spagna

Maertha Andreasson, L. Tolseredsvaeg 2265, SE-426 42 Hisings Kaerra, Svezia

Raymond Bore', 481 Square Zamenhof, FR-73000 Chambe'ry, Francia

Umberto Broccatelli, Via G. Brodolini 10, IT-00139 Roma, Italia

David R. Curtis, 7 St Jude's Terrace, Weston-super-Mare, BS22 8HB, GB, Gran Bretagna

Miguel Faria De Bastos, Edificio Ame'rica, Rua S. Pereira Gomes, 7.9·-906, PT-1600 Lisboa, Portogallo

Giordano Formizzi, FEI, Via Villoresi 38, IT-20143 Milano, Italia

Ejnar Hjorth, Christianasgade 38-2, DK-9000 A·lborg, Danimarca

R. Hoogendoorn, P.C. Hooftlaan 14, NL-3768 GS Soest, Paesi Bassi

Liam O'Cuirc, 14 Ce'ide Ghleann Alainn, Se'ipe'al Iosoide, Ath Cliath 20, Irlanda

Germain Pirlot, Steenbakkersstraat 21, BE-8400 Oostende, Belgio

Angelos Tsirimokos, 405 Avenue Louise, BE-1060 Bruxelles, Belgio

Katrin Uhlmann, Beethovenallee 7, DE-53173 Bonn, Germania.

NOTE:

1 Si veda: Mark Fettes, , Challenges, febbraio 1995, p. 80).

2 (Parlamento Europeo, Rapport sur le droit a' l'utilisation de sa propre langue, 22 marzo 1994, A3-0162/94, DOC.FR/RR/249/249436.MLT PE 207.826/de'f., p. 10).

3 Helmar Frank, , Zeitschrift fuer Phonetik, Sprachenwissenschaft und Kommunikationsforschung, 1983, 6, pp. 684-687. (Pierre Janton, , Journe'e d'e'tude sur l'espe'ranto, Parigi, Universita' Paris-8, Istituto di linguistica applicata e di didattica delle lingue, 1983, p. 70). Sulla facilita'. dell'esperanto si veda anche, per esempio: Norman Williams, Report on the teaching of Esperanto from 1948 to 1964 (Manchester: Denton Ergeton Park County School, 1965); Claude Piron, , Lektos (Louisville: Modern La

nguage Association, 1975), p. 68.

4 Claude Piron, Le de'fi des langues, (Parigi: L'Harmattan, 1994), capitoli VI e VII.

5 Questo e' confermato dal gruppo di lavoro sull'esperanto del Ministero Finlandese della Pubblica Istruzione:

6 Se si eccettua lo svantaggio psicologico e sociale che si puo' avere nel preferire il vero ai pregiudizi e nel fare una scelta appagante, ma relativamente rara, alle scelte dettate dalla moda.

7 Si veda: Centre canadien des droits linguistiques / Canadian Centre for Linguistic Rights, , Vers un agenda linguistique: Regard futuriste sur les Nations Unies / Toward a Language Agenda: Futurist Outlook on the United Nations (Ottawa: Faculte' de droit / Faculty of Law, Conferenza del 25-27 maggio 1995, in via di pubblicazione; riassunto nel documento provvisorio, pp. 76-77). Si veda anche L'espe'ranto comme langue auxiliarie internationale. Rapport du Secre'tariat ge'ne'ral adopte' par la Troisieme Assemble'e (Ginevra, Lega delle Nazioni, 1922).

8 , Cours et e'tudes de linguistique contrastive et applique'e, n·66 (Parigi, Universita' Paris-8, 1987), primo paragrafo di p. 15 e riferimenti bibliografici a p. 41. Si vedano anche le pp. 270-272 dell'op. cit. Le de'fi des langues (Parigi, L'Harmattan, 1994).

9 Alessandro Bausani, , in: Andrea Chiti-Batelli (a cura di), La comunicazione internazionale tra politica e glottodidattica (Milano, Marzorati, 1987), p. 121.

10 . (Maurice Genevoix, scrittore francese, 1955). Sulla letteratura esperanto si veda: Pierre Janton, L'espe'ranto (Parigi, Presses Universitaires de France, 1978), cap. V; Humphrey Tonkin, Code or Culture: the Case of Esperanto (Filadelfia, University of Pennsylvania, 1968); Margaret Hagler, The Esperanto Language as a Literary Medium (tesi di laurea all'Universita' dell'Indiana, 1971); William Auld, ''The development of poetic language in Esperanto'', Esperanto Documents (Rotterdam: UEA, 1976, nr. 4 A).

11 Andrea Chiti-Batelli, La politica d'insegnamento delle lingue nella Comunita' Europea (Roma: Armando, 1988), tra l'altro pp. 142-156. Vedasi anche: Umberto Eco, La ricerca della lingua perfetta (Bari, Laterza, 1993), pp. 350-357.

 
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