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Sarandrea Carlo - 25 maggio 1999
RISPOSTE DEI CANDIDATI ALLE EUROPEE

Si trascrivono (secondo la data di arrivo)le risposte dei candidati alle elezioni europee alla lettera di cui al testo precedente.

Prima risposta

Milano, 22 maggio 1999

Alla cortese attenzione del Dott. Umberto Broccatelli

Con l'abolizione delle barriere doganali e l'introduzione dell'Euro l'Unione Europea e' diventata un grande spazio comune; le barriere linguistiche rappresentano un ostacolo al pieno dispiegamento di una comune cittadinanza Europea, difficolta' che si aggraveranno con l'ulteriore allargamento dell'Unione ai Paesi dell'Est Europeo.

Nell'epoca della globalizzazione, del "Villaggio globale", di Internet, la necessita' di un comune mezzo di comunicazione diventa una priorita'.

L'Europa nata da una radice culturale, con un comune patrimonio linguistico di valore inestimabile deve saper valorizzare il suo patrimonio e contemporaneamente sperimentare la possibilita' di un nuovo mezzo di comunicazione interetnica e interculturale comune.

L'esperanto come (meta-lingua comune) puo' rappresentare un ulteriore momento di rafforzamento dell'Unione.

In questo contesto sarebbe auspicabile affiancare alle lingue di lavoro comunemente adottate nelle istituzioni dell'Unione, l'inglese e il francese, come terza lingua l'Esperanto.

Introdurre nel primo ciclo scolastico dei Paesi dell'unione, in via sperimentale, insegnanti di esperanto per verificare i tempi di apprendimento; fornire agli alunni un vantaggio per una migliore conoscenza della propria lingua nazionale e un migliore approccio con un'ulteriore lingua comunitaria.

Una lingua comune europea sara' possibile solo se essa diventa una

seconda lingua madre insieme a quella nazionale e quindi appresa nei primi anni della propria vita.

Cordiali saluti.

Fabio Binelli

Democratici di sinistra

Seconda risposta

Brescia - Non posso che condividere le preoccupazioni che voi sollevate circa le difficolta' rappresentate dalle barriere linguistiche, insieme al fatto che l'adozione della lingua nazionale di uno dei Paesi dell'Unione Europea di fatto potrebbe trovare ostacoli nei cittadini europei.

Non conoscendo a fondo il problema, ma disponibile ad approfondirlo e in linea di principio d'accordo con l'adozione di una lingua neutrale, mi sento di condividere la proposta da voi avanzata di sperimentare, nelle istituzioni e nelle scuole dei Paesi dell'Unione l'introduzione dell'esperanto.

Vi autorizzo a rendere pubblica questa mia lettera. Distinti saluti.

Maria Grazia Omodei

Maria Grazia OMODEI

Democratici di sinistra

Terza risposta

Caro Broccatelli,

La ringrazio del Suo contributo. Lo valutero' con attenzione.

Cordiali saluti.

Andrea Di Teodoro

Forza Italia

Quarta risposta

Caro Broccatelli, rispondo alle domande del suo questionario del 15 maggio.

1.Mantenere l'attuale regime linguistico dopo l'allargamento a Est mi sembra troppo macchinoso e costoso. Bisognera' cercare di ridurre il numero delle lingue ufficiali anche se questo comportera' una difficile battaglia nel parlamento.

2.Se vogliamo che l'Europa abbia un futuro bisogna cercare di trovare una lingua franca ,che al momento mi sembra possa essere solo l'inglese,in quanto e' la piu' conosciuta in assoluto e certamente la piu' diffusa tra i giovani.

3.L'adozione di una lingua pianificata neutrale come l'esperanto sarebbe sicuramente l'ideale per evitare gelosie e reazioni di rigetto e sono senz'altro d'accordo di fare un esperimento al riguardo.Birogna tuttavia tenere conto del fatto che oggi i conoscitori dell'esperanto sono una piccola minoranza e che pertanto un progetto del genere potrebbe funzionare soltanto a lungo termine,cioe' quando la generazione degli scolari attuali diventera' adulta. Consento comunque senza riserve alla proposta gia' firmata da 131 parlamentari europei.Grazie,cordiali saluti,

Livio Caputo

Forza Italia

 
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