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Sarandrea Carlo - 6 giugno 1999
RISPOSTE DA CANDIDATI

Prosegue l'arrivo di risposte da candidati al questionario (vedi messaggi precedenti) inviato da U. Broccatelli. Vi sono poi risposte di candidati ottenute da altri esperantisti che hanno accolto l'invito lanciato dalla rivista "l'esperanto".

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Risposta di Olivier DUPUIS, segretario del Partito Radicale deputato europeo e candidato della Lista Emma Bonino al PE (cicoscrizioni I, II e III) al questionario sul problema delle lingue in Europa.

1) Se, come tutto sembra indicare, l'Unione procederà nei prossimi anni ad una serie di allargamenti che la porterebbero, a medio termine, a contare 25 membri, è evidente che i limiti del sistema attuale diverrebbero delle barriere insormontabili. Con un primo prevedibile allargamento, bisognerà, nell'ipotesi fatta dalla Commissione europea, aggiungere 5 lingue (polacco, ceco. ungherese, estone e sloveno) alle 11 attualmente utilizzate, introducendo allo stesso tempo una nuova famiglia linguistica, la slava, alle 4 già esistenti (romanza, germanica, greca e ugrofinnica). Sappiamo che altri sei paesi sono già candidati (Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Bulgaria e Turchia) per un totale di 22 lingue. A questi paesi si devono aggiungere l'Albania, la Serbia, la Bosnia e la Croazia, che, più o meno rapidamente, saranno portate a presentare la propria domanda di adesione, ciò che condurrebbe il totale delle lingue dell'Unione a 25 o 26 (non esistendo più il serbo-croato) e a 600 il totale delle combinazio

ni.

2) La mia posizione, quella del Partito Radicale transnazionale, riguardo al problema delle lingue in Europa si può articolare secondo due aspetti.

- Aspetto istituzionale.

A breve termine, si tratta di affrontare la questione dell'interpretazione e della traduzione, i cui costi subiranno un'ulteriore forte aumento a seguito dei futuri allargamenti, mentre la loro qualità sarà sempre più discutibile. In altri termini occorrerebbe studiare, tra le varie ipotesi, quella di articolare i sistemi di interpretazione e di traduzione intorno a una lingua-ponte possibilmente una lingua "neutra" (nel qual caso si impone abbastanza naturalmente per caratteristiche storico-linguistiche l'esperanto). Un tale sistema limiterebbe le "dispersioni" e permetterebbe una notevole diminuzione del numero di interpreti (2 per cabina invece dei 3 o 4 attuali, 5 o 6 dopo gli eventuali allargamenti). Per quanto riguarda la traduzione, la lingua ponte potrebbe essere ugualmente usata come lingua di riferimento (giuridico e semantico in senso lato).

- Comunicazione tra cittadini dell'Unione.

Si tratterebbe di chiedere all'UE di proseguire nel quadro delle esperienze già avviate e di condurre in tutti i paesi dell'Unione e quelli candidati all'adesione un ampio progetto-pilota di insegnamento nelle scuole elementari e secondarie della lingua neutra di comunicazione, l'esperanto, al fine di verificarne le qualità propedeutiche (numerosi studi universitari, tra cui in particolare quelli condotti dall'Università di Paderborn in Germania, hanno messo in rilievo queste qualità propedeutiche dell'esperanto) e operative (disponibilità e capacità dei professori ...).

3)

Il mio nome figura già sulla lista.

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Risposta di Maria Paradossi, candidata DS alle elezioni europee.

Credo che l'Europa del futuro debba essere l'Europa dei popoli e dei diritti sociali, le differenze, etniche e culturali devono essere pensate come una ricchezza del nostro continente da valorizzare nel quadro di un'Europa ricca di storie e di culture diverse.

L'utilizzo di un'unica lingua può essere di grande aiuto per la crescita anche culturale del continente. La proposta avanzata dalla vostra associazione mi sembra assai ragionevole e soprattutto articolata nel rispetto e nella salvaguardia delle diverse radici culturali dei vari paesi ed anche della possibilità di apprendimento delle altre lingue dell'Unione.

Ciò premesso rispondo volentieri alle vostre domande:

1) L'allargamento dell'Unione ai paesi dell'est europeo non può che arricchirla culturalmente, l'attuale regime linguistico può essere mantenuto affiancato da un serio e compatibile progetto di una lingua unica europea.

2) Non ritengo che per i cittadini dell'Unione quello linguistico debba essere pensato come un problema, lo studio ed il confronto con le altre lingue non può che portare ad una crescita culturale e al rispetto delle storie e delle tradizioni dei popoli d'Europa.

3) Sarei disposta ad aderire a tale lista solo dopo una più approfondita analisi e un più approfondito confronto affinché possa avere la garanzia che la sua adozione possa dare un reale slancio ad una cultura interetnica ed interculturale in Europa.

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Da Alessandro Bellucci: Spettabile signor Broccatelli, seguendo l'invito del signor Chierico, ho inviato anch'io una lettera fac-simile di quella proposta sulla rivista Esperanto ai candidati grossetani al Parlamento europeo. Fra le varie lettere c'era una inviata a questo candidato , legato alla lista DS ma appartenente a Legambiente, la signora rapidamente mi ha risposto.

> Da: Legambiente Nazionale

> A: Alessandro Bellucci

> Oggetto: Esperanto

> Data: lunedì 31 maggio 1999 16.47

> Egregio Signor Bellucci,

> sono profondamente convinta che la questione delle lingue in ambitoeuropeo sia un punto centrale per lo sviluppo dell'Unione, e che vada quindi tenuta in grande considerazione nel processo di riforma delle istituzioni. In vista di un eventuale allargamento dell'Unione è, a mio parere, sicuramente auspicabile un mantenimento dell'attuale regime linguistico per cui le lingue ufficiali dei singoli stati membri sono parimenti considerate lingue ufficiali dell'Unione.

Tale provvedimento non risolve chiaramente i problemi di comunicazione tra i cittadini europei. A questo riguardo è invece opportuno promuovere un maggior impegno a livello scolastico per l'apprendimento delle lingue straniere, soprattutto nel nostro paese che in questo campo risulta molto indietro rispetto ad altri paesi del Nord Europa.

La lingua pianificata Esperanto potrebbe costituire uno degli strumenti utili a risolvere le difficoltà di comunicazione tra i cittadini d'Europa e pertanto le comunico la mia disponibilità ad aderire alla lista menzionata nella sua lettera.

Distinti saluti, Lucia Venturi

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Franz Renzo DI CIOCCIO, candidato per la Federazione dei Verdi nelle circoscrizioni I (Nord-Ovest) e III (Centro), musicista, ha dichiarato il suo interesse per l'esperanto, sia nel caso che venga eletto al Parlamento Europeo, sia in caso contrario, avendo intenzione di introdurre canzoni in esperanto nel repertorio del suo gruppo musicale.

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>Da Ludovico Bevanda e' giunta la seguente segnalazione: Caro Broccatelli, a seguito del Suo invito ho spedito qualche lettera ai candidati per le europee, e ùLe invio la primna risposta arrivatami.

> Da: Jole Garuti

Inviato: giovedì 3 giugno 1999 6.07

> A: Bevanda Ludovico

> Oggetto: Re: I: lingue nell'Unione Europea

> At 01.16 03/06/99 +0200, you wrote:

> >Da: Bevanda Ludovico

> >Oggetto: lingue nell'Unione Europea

> >

> - Secondo Lei >sarà possibile, dopo tale allargamento, mantenere

> l'attuale regime

> >linguistico, secondo il quale tutte le lingue ufficiali degli Stati membri

> >sono anche lingue ufficiali di lavoro dell'Unione?

> - Quale sarà

> >la Sua posizione, come Parlamentare Europeo, riguardo al problema delle

> >lingue in Europa?

> E' possibile ma non conveniente mantenere la situazione attuale. Ritengo

> che sia necessario arrivare ad una soluzione del problema lingue ufficiali

> mediante la scelta di un linguaggio comune. Del resto gia' adesso sono

> soprattutto due le lingue che vengono usate, il francese e l'inglese. Ma

> questo crea una disparita' fra queste e le altre lingue delle nazioni

> europee parlate in Europa.

> Oltretutto la ipotesi, che io auspico, di aumentare ulteriormente il numero

> degli Stati, e quindi delle nazioni, che fanno parte dell'Europa,

> ammettendo nell'Unione gli Stati dell'Europa orientale e balcanica che

> abbiano i requisiti necessari, non puo' che rendere sempre piu' complesso e

> complicato il lavoro dei rappresentanti eletti.

> La soluzione esperanto mi sembra molto utile, ma bisognerebbe che venisse

> insegnato in tutti gli Stati europei. O almeno che vi fossero corsi rapidi

> di apprendimento per i parlamentari europei.

>

> Tale lista comprende attualmente i nomi di 131

> >europarlamentari di tutti i partiti. Eventualmente, sarebbe Lei disposta

> >ad aderire a tale lista?

>

> Si', certamente e volentieri.

> Jole Garuti

>

> *******************

> Jole Garuti

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Ludovico Bevanda ha in seguito ricevuto una seconda risposta:

> Da: Fiorella Ghilardotti

> Inviato: venerdì 4 giugno 1999 10.45

> Oggetto: (nessun soggetto)

> Egregio Signor Bevanda,

>

> in risposta al Suo messaggio, Le comunico che sono senz'altro disposta

> ad aderire alla lista in appoggio alla lingua pianificata Esperanto;

> ritengo che si debba pensare a un nuovo regime linguistico in Europa che

> faciliti le comunicazioni a tutti i livelli.

> Cordiali saluti.

> Fiorella Ghilardotti

 
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