Un gesto che valorizza le donne nella Chiesa
Il papa apre il sinodo dei vescovi del Vecchio Continente proclamando tre nuove "patrone"
di MARCO POLITI su La Repubblica di oggi
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CITTA DEL VATICANO - Papa Wojtyla ha scelto tre donne come patrone d'Europa. Caterina da Siena, Brigida di Svezia, Edith Stein. Tre sante indicate come guide del Vecchio Continente e selezionate con la raffinatezza di un metodo Cencelli ecclesiale: Caterina per il cattolicesimo mediterraneo, Brigida in rappresentanza del Nord, Edith Stein come figlia della Mitteleuropa crocevia di cultura ebraica e tedesca. L'opzione per la santità dal volto femminile, ha spiegato Giovanni Paolo II, risponde alla tendenza generale per un "sempre più chiaro riconoscimento della dignità e dei doni propri della donna".
La decisione del Papa, annunciata ad apertura del Sinodo dei vescovi d'Europa, è maturata nella più assolua segretezza. Soltanto giovedì pomeriggio sono stati avvertiti gli ambasciatori dei paesi interessati perchè partecipassero alla solenne messa in san Pietro, durante la quale ieri mattina il pontefice ha fatto il suo annuncio.
Ancora una volta, con la potente metafora della santità, Giovanni Paolo II intende valorizzare la presenza femminile nella società e nella Chiesa, stimolando anche gli ambienti più arretrati del clero a fare sempre più spazio alle donne nella comunità ecclesiale. Ma la forza immaginifica del simbolo, il lancio delle nuove "patrone d' Europa", rivela anche l'impotenza del Papa a compiere riforme, che diano alle donne un ruolo reale nella Chiesa. E' un'impotenza a cui il pontefice si è legato da solo. Il suo no ripetuto al sacerdozio femminile, il suo veto anche al diaconato femminile, finisce per confinare le donne nella Chiesa ad una eterna funzione di forze di complemento.
Al Sinodo per l'Europa i membri di diritto sono soltanto uomini. Oltre ai vescovi hanno facoltà di voto unicamente i superiori degli ordini religiosi maschili, in quanto sacerdoti. Persino tra gli osservatori esterni le donne sono in minoranza. Tra gli uditori le suore sono otto contro i nove religiosi, tra i laici ammessi ci sono nove donne contro dieci uomini e su diciassette esperti soltanto due sono di sesso femminile. Nella Curia romana le cose stanno peggio. In nessun dicastero, in nessun consiglio, in nessuna commissione una donna è prefetto o presidente o segretario o almeno sottosegretario o direttore. Neanche negli organismi, che non richiedono necessariamente una leadership sacerdotale, perchè si dedicano ai laici, alla famiglia, alla giustizia, alla sanità, all'assistenza caritativa o alla stampa.
Le nuove patrone d'Europa sono, per essere precisi, co-patrone. Il titolo è un'invenzione di Giovanni Paolo II. Quando fu eletto papa, infatti, c'era un solo patrono per il Vecchio Continente: san Benedetto. Per rompere in anticipo le barriere di Yalta il pontefice decise allora di nominare co-patroni i santi Cirillo e Metodio: un modo per valorizzare la tradizione slava in una visione paneuropea. Con la scelta di ieri egli intende ricongiungere simbolicamente le due "metà del cielo": il maschile e il femminile nella Chiesa. L'istituzione ecclesiastica, ha riconosciuto il Papa aprendo i lavori del Sinodo, ha risentito talvolta "dei condizionamenti di una cultura che non sempre ha prestato alla donna l'attenzione dovuta". Ma la comunità cristiana, ha soggiunto, "è progressivamente cresciuta anche su questo versante".
Fra le tre sante, Edith Stein è certamente la donna che tocca i nervi più sensibili del secolo XX e dei suoi drammi. Scegliendo la filosofa ebrea, che volle farsi cristiana e decise di morire ad Auschwitz per testimoniare la duplice fedeltà al suo popolo e alla croce, Giovanni Paolo II scaglia una volta di più il suo anatema contro il peccato dell'antisemitismo. "La feroce persecuzione nazista - ha detto - resta una delle macchie più oscure e vergognose" della storia d'Europa. Edith Stein getta "un ponte tra le sue radici ebraiche e l'adesione a Cristo, gridando con il martirio le ragioni di Dio e dell'uomo nell'immane vergogna della Shoah".
Oggi al Sinodo comincia il dibattito generale. Ieri sera il relatore cardinale Rouco Varela ha tracciato il panorama di un'Europa moralmente e socialmente "disperata".