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Partito Radicale Esperanto - 3 novembre 1999
L'ERA alla 30a Conferenza Generale UNESCO (2)
Ministro Canadese chiede impegno contro rischio monolinguismo.

Parigi, Mercoledì 3 Novembre.

La ministro della cultura canadese, Signora Sheila ha pronunciato oggi un vibrante discorso per spronare l'Organizazzione ad assumere la leadership nella difesa della diversità linguistico-culturale.

Dopo una lunga introduzione e alcune considerazioni tecniche sulla riforma dell'UNESCO la Ministro ha introdotto la parte centrale del suo discorso con la denuncia-shock della scomparsa del patrimonio linguistico :

"Nell'era della mondializazzione e con l'avvento della società dell'informazione, il Canada è convinto della necessità di favorire la pluralità delle culture e delle lingue Esse costituiscono il nostro patrimonio vivente. Debbono essere una priorità per l'UNESCO. Voglio ricordare che 10 lingue sono scomparse da quando abbiamo cominciato i lavori della Conferenza Generale".

Ricordando poi la Riunione di Rio sull'ecosistema, la Ministra, facendo il parallelo con l'ecosistema linguistico-culturale, si è chiesta "perché la biodiversità della specie umana dovrebbe essere ritenuta meno importante di quella degli animali? Ecco perché il Canada si è alleato con la Francia e con altri paesi per sottoporre alla Conferenza Generale una proposta di risoluzione che affermi il ruolo dell'UNESCO nella promozione della diversità culturale".

Dopo aver ricordato l'importanza storica della Conferenza intergovernativa di Stoccolma " Il Potere della Cultura ", ha rivendicato il successo della costituzione di un network delle politiche culturali che raggruppa, per ora, i ministri della cultura dei paesi membri , ma che sin dal prossimo vertice del 2000 in Grecia dovrebbe essere, secondo gli auspici della Ministra, aperto anche alla società civile.

Infatti, la questione della diversità linguistico-culturale deve essere portata all'attenzione dell'opinione pubblica, poiché " la diversità culturale è un diritto fondamentale dell'Umanità. Per questo abbiamo deciso di promuovere l'idea di un nuovo strumento internazionale sulla diversità culturale.

L'obbiettivo di un tale strumento sarebbe di stabilire delle regole chiare che permettano al Canada e ad altri paesi di conservare le politiche che assicurano la promozione della loro cultura pur nel rispetto delle regole che governano il sistema mondiale e che permettano l'accesso ai mercati delle esportazioni per i prodotti culturali . Un tale accordo riconoscerebbe anche l'importanza della diversità culturale nello sviluppo economico e sociale.

Cosi' come gli stati membri lo hanno riconosciuto a Stoccolma, il Canada considera che la cultura non è una mercanzia come le altre. Di conseguenza è importante stabilire uno strumento o una serie di principi duraturi che riconoscano l'importanza della diversità culturale e incoraggi la sua affermazione nel contesto mondiale ".

Ritornando a citare il network, da lei promosso (quando si è accorta che "i Ministri dell'economia e delle finanze del mondo s'incontravano almeno una volta l'anno, ma quelli della cultura mai!"), la Ministra ha affermato di ritenere "auspicabile che l'UNESCO appoggi i lavori della Rete raccogliendo tra gli Stati membri una descrizione delle loro politiche culturali in vigore, per determinare le migliore pratiche dirette a promuovere la diversità culturale "

Infine, dopo aver spronato l'UNESCO "a lavorare più direttamente sulle questioni della diversità culturale per esercitare autenticamente una leadership nel progettazione delle politiche culturali", ed aver proposto la candidatura di Montreal per la sede del nascente Istituto Statistico dell'UNESCO ("in un mondo in cui le cifre sono a volte altrettanto eloquenti delle idee, l'UNESCO deve potersi dotare degli strumenti possibili per poter adempiere al suo ruolo nel campo della ricerca e di leadership intellettuale") la Ministra ha chiuso il suo discorso citando Gandhi:

"Un grande uomo un giorno ha detto: "Non voglio che la mia casa sia completamente murata e le mie finestre sigillate. Voglio che le culture di tutte le terre del mondo vi soffino dentro in piena libertà.

Ma mi rifiuto di farmi spazzare via da una qualunque di queste".

Questo grande uomo era il Mahatma Gandhi.

La mondializazzione può rappresentare il vento che porta grandi opportunità di scambi culturali, ma la mondializazzione può anche rappresentare una voragine che ci farà sprofondare nel monoculturalismo e nel monolinguismo.

L'UNESCO può davvero essere la finestra sulle culture del mondo e assicurarci che queste culture rimangano vibranti e diverse.

Il Canada ci crede."

Un forte richiamo alla necessità di affrontare urgentemente la contapposizione tra diversità linguistica e comunicazione mondiale era venuto pochissimi minuti prima dalla Ministra lussemburghese Erna Hennicot-Schoepges: "Esplorare le complesse dialettiche tra la comunicazione su scala mondiale e la preservazione della diversità linguistica rappresenta un campo di esplorazione immensa che dobbiamo urgentemente percorrere, tanto è imperativo di trovare delle risposte - fossero anche parziali e provvisorie - alle domande che ineluttabilmente s'impongono a noi.

Tra un'uniformità in fin dei conti sterile e una frammentazione identitarista difensiva, al limite agressiva, delle vie d'evoluzione positive devono essere tracciate per permettere a tutti i popoli di esistere e coesistere sul nostro pianeta blu. (...) L'UNESCO mi sembra dovere essere il luogo privilegiato dove si deve svolgere non lo choc delle civiltà che alcuni postulano, ma quell'autentico dialogo delle culture che si fonda sul rispetto della diversità delle culture e del pluralismo delle lingue".

 
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