Da La Nazione, venerdi' 7 gennaio 2000.
Lettere & Commenti
Risponde Vittorio Feltri
Walter Veltroni ha deciso di adottare una battuta in inglese, "I care", che significa "Mi sta a cuore", quale slogan per il prossimo congresso dei Ds. L'espressione e' felice, ma siamo in Italia e non capisco perche' il segretario diessino abbia rinunciato alla nostra lingua.
Sandra Lorenzini, Verona
L'inglese e' entrato nel nostro costume linguistico e lo parliamo anche senza saperlo. Mi vengono in mente alcuni termini che molti ignorano addirittura non essere italiani, tale e' l'abitudine di usarli: tram e bar, sport e computer, per citarne alcuni. Personalmente non criminizzerei il ricorso eccessivo e gratuito all'inglese, quindi eviterei di processare Veltroni per la scelta di "I care". Non che mi piaccia accantonare l'italiano e adottare parole straniere che lo imbastardiscono. Semplicemente constato e invito a constatare che hanno vinto loro, quelli del break e del briefing. Hanno vinto i pubblicitari, i televisivi che sono uguali in tutto il mondo. Si esprimono per frasi fatte, luoghi comuni, ma siccome sono luoghi comuni pronunciati in inglese sono accettati anche da chi sembrerebbe avere il palato fino. Si sta imponendo un gergo che alla fine prevarra' sull'italiano, gergo telegrafico, rozzo, privo di sfumature e originalita'. Ripeto: hanno vinto loro, quelli del McDonald's, dei jeans, del rock.
Come ogni paese antiamericano (e antinglese), l'Italia e' una colonia culturale degli Stati Uniti. Gli antiamericani di casa nostra ascoltano musica americana, vedono film americani, mangiano all'americana, e se leggessero leggerebbero libri americani. Citano l'America ogni due per tre, pur odiandola. Walter Veltroni ha sempre militato nel Partito comunista, il piu' antiamericano. Pero' anche lui come tanti altri preferisce l'hamburger alle polpette. Questione di gusto. "I care": i compagni della base capiranno? Credo che varie siano le cose che non capiscono, ma si adeguano. Si sono adeguati alla morte del comunismo, si sono adeguati quando Veltroni disse che il comunismo non si concilia con la liberta', si adegueranno anche stavolta, al prossimo congresso. Felici e giulivi.
v.f.