Da La Nazione, 3 maggio 2000
Lettere & Commenti
Le storie del maestro, di Marcello D'Orta
"Que sais-je?"
"Che so?" Montaigne, inciso sulla sua medaglia.
Al momento di iscrivermi in prima media, e dovendo scegliere la lingua straniera da studiare, mia madre non ebbe dubbi: il francese; e non tanto perche'a quel tempo (anno di grazia 1964) la lingua di De Gaulle era piu' in auge di quella della regina Elisabetta, quanto per l'"erre moscia" che contraddistingueva e (contraddistingue) il mio parlare.
"Dai retta a mamma' - mi disse - con la particolare pronuncia che ti ritrovi, andrai fortissimo in francese, ti scambieranno per un parigino".
Fini' che il parigino fu rimandato a settembre e poi bocciato. Successivamente, essendomi diplomato alle magistrali, ma non avendo frequentato il quinto anno cosiddetto propedeutico, non mi fu permessa l'iscrizione a nessuna universita', salvo l'Isef (Educazione Fisica) e le Orientali. Scelsi quest'ultima su consiglio di mio padre: "Oggi cio' che piu' conta sono le lingue, bello mio, non e' piu' tempo di Dante e di classici... Sta a sentire papa', che nella sua vita non ha sbagliato mai, frequenta le Orientali".
Fini' che dopo un anno l'"orientale" cambio' facolta'.
Tali esperienze, avrebbero o no dovuto insegnarmi qualcosa? E invece niente, il difetto di famiglia si e' tramandato: ho iscritto mio figlio (il mio unico figlio) al liceo linguistico, e speriamo non faccia la (doppia) fine di papa'.
Anche perche', a considerare il colossale numero di bocciati al maxiconcorso per l'insegnamento delle lingue straniere, se ne ricava che i futuri professori (e -per quel che e' piu' grave- buona parte di coloro che come supplenti gia' insegnano) sono degli autentici somari, e non vorrei che tra questi Lucignoli ce ne fosse pure qualcuno a scuola di mio figlio.
La media bocciatura e' stata impressionante: almeno al Nord d'Italia 2 su 3 non hanno superato gli scritti, 8 su 10 di coloro che parlano (o dovrebbero parlare) tedesco non sono stati ammessi agli orali. E questo mi fa sorgere il sospetto: vuoi vedere che questa e' la ragione per la quale mio figlio, dopo nove mesi di teutonico studio, ha imparato solo i nomi dei calciatori tedeschi? Babbel, Sammer, Helmer, e soprattutto Strunz?
Carlo V di Francia si vantava di conoscere molte lingue. A lui e' infatti attribuita questa frase: "Parlo in spagnolo con Dio, in francese con gli uomini, e in tedesco col mio cavallo".
Modesto suggerimento per i professori di lingua, e in particolare per quelli di tedesco: signori perche' non vi date all'ippica"? Potreste imparare qualcosa.