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Conferenza Lingua internazionale Fundapax
Partito Radicale Daniela - 2 ottobre 2000
Una lingua per la Babele Europa

da La Nazione, lunedi' 2 ottobre 2000

Il convegno

di Carlo Donati

Bologna - L'integrazione linguistica in Europa. E' il tema di un convegno

internazionale che fino a mercoledi' terra' impegnati a Bologna una quarantina

di studiosi. Ideato e organizzato da Sergio Scalise dell'universita' di Bologna

(stamattina l'inaugurazione nell'aula magna di Santa Lucia) il convegno prevede

la partecipazione di specialisti di vari atenei e organismi internazionali.

Col ministro Tullio De Mauro e Umberto Eco, ci saranno Raffaele Simone (Roma),

Alessandro Pizzorusso (Pisa), Ulrich Ammon (Duisburg), Kostas Kazakis (Chicago),

Paolo Ramat (Pavia), Antonella Ceccagno (Prato-Bologna), Violeta Demonte (Madrid)

e molti altri.

Nel febbraio scorso all'universita' di Torino si e' presentata una laureanda in lettere

con la seguente tesi: l'europanto. Non era uno scherzo perche' invece di cacciarla

i commissari l'hanno ascoltata e alla fine laureata. E non e' piu' tanto uno scherzo,

anche se cosi' era nato, lo stesso europanto, una lingua maccheronica che mescola

parole e verbi delle lingue piu' conosciute. Inventata da Diego Marani, traduttore

presso il Consiglio dei ministri d'Europa, ha gia' catturato migliaia d'appassionati.

Naturalmente i linguisti riuniti da oggi a Bologna non si occuperanno di questo e

tuttavia tra il gioco e la realta' le distanze non sono cosi' paradossali come sembrano.

Uno dei problemi dell'Europa e' proprio la mancanza di una lingua comune.

Al confronto l'enigmatica stele di Rosetta era di una semplicita' disarmante. La

celebre pietra che consenti' di decifrare i geroglifici dell'antico Egitto era

sostanzialmente bilingue. Ma una ipotetica stele di Maastricht in quante lingue

dovrebbe essere redatta?

Meglio non fare il conto. Una dozzina nazionali, piu' un'altra mezza dozzina parlate

da cospicue minoranze, piu' un numero imprecisato di lingue appartenenti al crescente

numero di nuove comunita',arabi, cinesi, turchi, curdi, albanesi, eccetera.

Come puo' avvenire l'integrazione? Quali lingue dovra' studiare il cittadino europeo

per non trovarsi in serie B? Ormai e' evidente che nemmeno l'inglese da solo

basta piu'.

Una studiosa come Claire Blanche Benveniste non sembra spaventarsi troppo

e promuove il plurilinguismo passivo. La Benveniste ha dimostrato cioe' che

chi parla una delle quattro maggiori lingue romanze (italiano, spagnolo, portoghese

e francese) e' in grado di capire le altre tre con una breve pratica. E' un primo passo.

Fatte le debite proporzioni e' anche quanto emerge dal gioco proposto dal

dottor Marani, funzionario poliglotta della Comunita' europea, che a forza

di tradurre e ritradurre leggi e direttive un bel giorno ha cominciato a straparlare

mescolando per scherzo un vocabolo con un altro. Prima il successo tra gli impiegati

di Bruxelles, poi via via sui giornali e nelle tv. Tanto che lo Zingarelli due anni fa

ha dovuto registrare la nuova parola, europanto.

Marani ha poi scritto anche un giallo, le avventure di un poliziotto: "Inspector

Cabillot est el autentico europeano polimero qui fighte contra el mal por eine

Europa van pax und prosperity donde se speake eine solo lingua: Europanto".

A chi sa il calcio sembrera'di sentir parlare l'allenatore jugoslavo Vujadin Boskov.

Pero' non e' necessario tradurre.

 
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