L'idea di costituire un club tematico sull'informazione e la libertà di stampa così come proposta da Jan Sawicki è senza dubbio molto interessante.

Mi rendo perfettamente conto che non solo tra i quotidiani, ma anche nel resto della stampa in circolazione è tuttora difficile per chi desidera essere informato in modo puntuale trovare materiale esaustivo.

Il problema è quello di far circolare voci nuove, nuove almeno al mondo dei consumatori di carta stampata. Ricercare soluzioni legislative possibili al riguardo rappresenta un ottimo punto da cui cominciare.

Ricerca giuridica quindi, ma non solo, sarebbe quamtomai entusiasmante raccogliere fondi per una nuova rivista o altro dove dare sfogo al libero pensiero di quanti si sentano all'altezza di poter comunicare riflessioni o spunti altri da quelli offerti dalla maggioranza della stampa oggi in circolazione.

Un club sull'informazione quindi a mio parere dovrebbe muoversi in 2 direzioni:la prima lo studio quotidiano di soluzioni legislative possibili su cui discutere produttivamente con gli organi del movimento e con i Riformatori; la seconda tentare di ritagliarsi uno spazio all'interno o all'esterno della stampa circolante per coinvolgere e raggruppare quei numerosi lettori che da tempo cercano nell'informazione qualcosa di pèrofondamente diverso da ciò che il mercato offre loro, diverso soprattutto dal mediocre prodotto confezionato da satiri o intellettuali "liberal-progressisti" che a me pare dato in pasto " all'onesto contribuente di sinistra" per calmare il dolore che gli proviene proprio dalla ferita aperta dal PCI e mai richiusa dal PDS rappresentata dal consociativismo ieri e dal tentativo di autoconservazione oggi, per cui sono disposti ad applaudire Bossi al festival dell'unità dopo averlo in mala fede trattato come un mostro perchè considerato pericoloso per la loro stabilità.

Bisogna tener conto che esiste purtroppo anche il lettore che, sfiduciato e pessimista, invece di cercare il senso di quello che accade preferisce il ghetto dell'informazione faziosa alla quale dogmaticamente rimane ancorato illudendosi in cuor suo di avere scelto la testata più vicina al suo presunto modo di essere o a volte di apparire, atteggiamento facilmente e perfettamente strumentalizzabile dalle potenti lobi economiche che da sempre sono le unoche proprietarie della stampa.

La libertà di stampa sancita dall'art.21 della Costituzione, che ne prevede la proibizione solo in caso sia contraria al buon costume, non a caso è tema affrontato nella più alta e vincolante delle leggi dello stato e non a caso questo principio democratico è collocato nella parte della Costituzione intitolata "Diritti e Doveri dei cittadini" tra i quali editori giornalisti e lettori sono posti sullo stesso livello dove gli uni hanno il diritto di manifestare le proprie opinioni, ma gli altri hanno il diritto per converso di usufruire della maggiore quantità di opinioni per partecipare liberamente al dibattito oggi così rovente nel nostro Paese.

Per questi motivi spinto anche dall'invito di Sawicki porrei il problema della libertà di stampa tra le iniziative politiche che il club che si sta costituendo vuole intraprendere.

Forse oggi è un po' meno difficile di ieri trovare personee interessate a questi problemi, ma occorre soprattutto superare l'ostacolo dei monopoli e quindi l'esigenza di nuove leggi che siano dopo 48 anni finalmente in linea e non in contrasto con quell'articolo della Costituzione dal quale occorre ripartire.

Andrea Bernaudo

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06/85352637 Jan Sawicki

06/68979294 Movimento club Pannella /Riformatori