ovverosia come ti butto via l'occasione buona per avere la maggioranza!Per chi ha visto la TV, letto il giornale o altro, non sara' sfuggito che, a Pistoia, il candidato progressista Gallo (magistrato, vicino a RC, scrive su Il Manifesto e Avvenimenti), ha battuto 60 a 40 - circa- il candidato governativo.
Affluenza globale:61% circa
affluenza della zona di lucca: 52% circa
In una roccaforte pidiessina (sempre oltre il 50% in tempi di proporzionale, da 50 anni), dove il potere delle clientele e' totale, indifferente alla mala gestione della citta' e della Provincia (sanita' ed altro), si e' scelto, per battere un candidato progressista, un imprenditore ignoto ai piu', soprattutto in terra lucchese e, per di piu', scarsamente preparato in politica.
Magra consolazione poter dire:l'avevo detto io!
Fra poco vi saranno altre elezioni: vogliamo continuare il giorco al massacro?Vogliamo lanciare la nostra fiera cavelleria a lama sguainata contro i tank progressisti?
Oppure, finalmente, vogliamo calare i carichi di briscola (Asso, Tre, Re ddonna etc.) invece di tenerceli in mano e calare le scartine ?
Possibile che non si sia trovato niente di meglio o, peggio ancora, che questo sia il meglio che si e' in grado di trovare?
Occorre al piu' presto dettare le regole per una selezione veramente democratica del candidato, in grado di coinvolegere le persone, farle partecipi, diversamente le percentuali di astenzione cresceranno ancora; io stesso, come avevo anticipato, non sono andato a votare, d'altra parte, dov'era il meglio?
Vorrei che anche altri si esprimessero su questo delicato ma decisivo problema.
Resta il fatto che il governo ha buttato via la possibilita' di conquistare il seggio necessario al Senato, che la maggiornaza ha rincorso i voti del PPI, rivolgendosi, pero', ai vertici, non alla base, alla quale poteva parlare solo un candidato di elevata statura morale, capacita' politica e doti non comuni di comunicazione.
Tutto il contrario, insomma, di quello che e' stato fatto, pur con tutto il rispetto umano che va a Vito Panati, al quale D'Alema, dall'alto della sua finezza, ha riservato un insulto, quello di 'pescivendolo' che disonora chi lo usa, dato che nulla di riprovevole vi e' in chi vende il pesce e che da questo deriva la propria fortuna, a differenza di chi vive e vegeta grazie ai soldi del partito e null'altro sa fare al di fuori del bla-bla.
Riccardo