Giacinto Pannella detto Marco è più che mai convinto di essere l'ombelico non soltanto della maggioranza ma anche, più modestamente, dell'orbe terracqueo. E, arroccato in tale persuasione, resta tetragone, impermeabile alle dure repliche della realtà. La quale, quotidianamente, e con feroce implacabilità, gli certifica che egli conta quanto il re di coppe in una coalizione che di certo mai lo tollera, forse più non lo sopporta, ad ogni piè sospinto gli sbatte le porte in faccia per stancarlo e, così, indurlo a guadagnare altri e meno impervi lidi. Probabilmente l'unico rimasto a volergli un pò di bene è il Presidente del Consiglio, che lo tratta come un amico raro - mai aggettivo fu più appropriato ! - ma troppo petulante e "rompi" con le sue richieste sempre esorbitanti e di ardua soddisfazione, che, fra l'altro, lo mettono in difficoltà con i partners governativi. Un rapidissimo ancorchè non esaustivo elenco di bidonate rifilategli da quelli che Ernesto Rossi chiamava i »padroni del vapore - sia economico
che politico - potrà, riteniamo, corroborare la nostra pericolata affermazione.
I) Giacinto detto Marco chiede di fare il ministro degli esteri. Come risposta riceve un pubblico linciaggio televisivo, a "Milano-Italia", dai rappresentanti dei partiti che si accingono a consociarsi nell'esecutivo di centro destra. Meno impietoso e più moderato nel linguaggio parimenti negativo, il forzista berlusconiano.
II) Marco ormai non più Giacinto chiede a varie riprese che l'asse del governo sia spostato in direzione dei quattro gatti del cosiddetto movimento dei federalisti riformatori. Naturalmente il Cavaliere Azzurro se ne fotte di queste angoscianti pretese di un mezzo alleato capricciose, polivalente. Gli risponde rafforzando i legami con la destra dei rinnegatori del fascismo e di Mussolini.
III) Marco e insieme Giacinto si oppone alla candidatura della vandeana e mistica Irene Pivetti alla presidenza della Camera dei Deputati. Risultato: la responsabile della "Consulta Cattolica" della Lega ascende al Soglio di Montecitorio con votazione che non è esagerato definire trionfale.
IV) Marco nonchè Giacinto si dichiara ruvidamente contrario a che il ministro della famiglia Guidi .... guidi la delegazione italiana alla conferenza del Cairo. Lo ritiene insuperabilmente inaffidabile in tema di salvaguardia dei valori laici, nonchè troppo vicino alle posizioni vaticane sui problemi dell'esplosione demografica, del sottosviluppo, del controllo delle nascite etc. etc. Ma delle opinioni del Pannella e sodali tutti, nel governo e buoni, solennemente se ne strafregano. Laonde per cui il Guidi va al Cairo dove, sostenuto dalla filosofia antiabortista governativa, fa il bello e il cattivo tempo.
V) Giacinto oltre che Marco ostenta superlativi entusiasmi per il leaderato berlusconiano al timone del Paese, ma enorme insoddisfazione per la composizione e l'azione del governo. Non potrebbe essere diversamente: non ne fa parte lui! Notoriamente amante del paradosso, il Nostro non si accorge di dire cose che non stanno né in cielo né in terra. La sua è una contraddizione dissolutiva: Come può far faville un capo di governo con il medesimo che fa schifo? Ma questa minchiata gli serve solo per chiedere un nuovo ministero "libertario/liberale/liberista". Ossia, in pratica, un esecutivo Berlusconi/Pannella. Figuriamoci. A Napoli gli griderebbero: "Marco Giaci, vatti a cuccà!".
-La Primula Rossa-