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Conferenza Movimento club Pannella
Falasca Gianfranco - 30 settembre 1994
Costituente
Certamente tra una assemblea che promulghi una nuova costituzione senza sottoporla all'esame dei cittadini e il meccanismo previsto dall'articolo 138 mi sembra preferibile il secondo, soprattutto se corretto in modo da prevedere comunque il referendum.

Ma l'ipotesi di Riccardo potrebbe essere migliorata: nel modificare questa costituzione per prevedere la fase costituente si potrebbe introdurre il suggello definitivo del voto popolare.

Bisogna anche vedere come si vuole utilizzare l'attuale procedura: la legge di revisione costituzionale può riguardare un solo argomento, come sta succedendo per le elezioni regionali, ma potrebbe anche modificare l'intera Costituzione, come potrebbe avvenire con le modifiche allo studio della commissione istituita da Speroni. Per il secondo caso c'è da chiedersi se sia più corretto che la proposta da sottoporre al voto popolare debba venire da un parlamento eletto col sistema maggioritario o da una costituente eletta con il proporzionale.

Vorrei però superare questo dubbio esprimendomi a favore dell'ipotesi di modifiche per argomento suggellate singolarmente dal referendum popolare; anche se mi rendo conto che l'organicità del testo finale potrebbe risultarne diminuita.

Se invece si ritenesse che con questo sistema l'organicità risulterebbe addirittura compromessa, allora si potrebbe pensare all'introduzione, tramite art. 138, di un referendum costituzionale in cui più costituzioni alternative vengono sottoposte al voto popolare; le proposte costituzionali dovrebbero essere preparate in sedi non istituzionali; se la scelta debba essere maggioritaria secca, grassa o australiana viene rimandata a ulteriori riflessioni.

P.S. L'argomento è difficile e, nonostante abbia aspettatato ad esprimermi, non ho maturato una convinzione ben meditata. Questo intervento è quasi una riflessione ad alta voce.

Post P.S. Tra gli obbiettivi della revisione vi dovrebbe essere anche quello di garantire il liberismo, cioè di rendere eventualmente possibili scelte liberiste della maggioranza. La sentenza della Corte Costituzionale da 30 mila miliardi, con cui si è negata la separazione tra assistenza e previdenza, costituisce un esempio da tenere presente.

Gianfranco Falasca

 
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