Chiedo, se possibile, che si evitino riferimenti personalistici, incomprensibili per il 99% degli utenti di Agora'. Cosi' come sono convinta che non aiuti molto usare il metodo dell'insulto e della denigrazione.
Sia Paolo Martini che Aurelio Aversa si lamentano del fatto che Andrea Cavalieri esprima delle opinioni senza conoscere bene i termini della questione. Perche' non spiegano bene loro come stanno le cose in modo che tutti possano comprendere?
Da parte mia, credo che i redattori di Radio Radicale abbiano perso l'occasione di fare la grande battaglia per l'abolizione dell'ordine. Invece hanno sostenuto le posizioni di Paissan che con il suo emendamento vuole vincolare la Convenzione con Radio Radicale per le dirette parlamentari all'impegno dell'emittente a stipulare con i redattori il contratto dell'ordine dei giornalisti. Con l'intrusione della corporazione, Radio Radicale finirebbe di essere quella che e' sempre stata: il "vero" servizio pubblico di informazione del nostro Paese.
C'e' una cosa che mi dispiace in modo particolare ed e' la totale mancanza di riconoscenza da parte dei redattori della Radio nei confronti di chi li ha assunti quando non erano proprio dei candidati al Premio Pulitzer. Io ho lavorato a Radio Radicale per quasi 10 anni e per 10 anni, oltre ad aver vissuto un periodo indimenticabile per la sua bellezza, ho avuto solo da imparare. Credo che cosi' sia accaduto a tutti quelli che sono passati in Via Principe Amedeo 2 che hanno avuto, come me, la possibilita' di apprendere una professione.
Certo le cose cambiano, la vita cambia... e spesso, quando si ritiene di avere il coltello dalla parte del manico, quando c'e' di mezzo l'opportunita' di sfruttare una situazione, non sono pochi quelli che sono pronti a rinnegare anche la loro storia. Perche' un conto e' richiedere, come puo' essere giusto, un aumento di stipendio, un altro e' chiedere di far parte di una della corporazioni piu' privilegiate che esistono in Italia, corporazione che come radicali storicamente abbiamo sempre combattuto per la sua arroganza e faziosita'. Spero che nessuno dimentichi cosa sono stati capaci di fare i giornalisti "professionisti" nei confronti della nostra immagine e della nostra identita'; i digiuni che abbiamo dovuto fare perche' un minimo di informazione passasse fra i cittadini mentre raccoglievamo le firme dei referendum... eppure non e' passato molto tempo!
Di una cosa sono convinta: se fosse stato per i professionisti dell'informazione Radio Radicale non sarebbe mai esistita.
Rita Bernardini