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Conferenza Movimento club Pannella
Cattivelli Bruno - 6 ottobre 1994
Ri: Un fatto curioso....

Mi spiace per Salvidio ma la sua deliberata provocazione

cade nel vuoto. Egli infatti ha poca memoria o mi confonde

con qualcun'altro.

Su Montanelli non ricordo di essere mai intervenuto. Ma pur

apprezzando lo spirito di indipendenza di Montanelli, non ho

mai avuto nulla da obiettare al suo licenziamento.

Invece intervenni in Conf il Fatto del Giorno con un messaggio

(n. 8894) che evidenzia come non vi sia ALCUNA contraddizione

tra ciò che sostengo oggi riguardo a RR e le mie opinioni di

un anno fa sullo stesso tema.

Riporto il messaggio per evitarvi la ricerca.

>AGORA': CONFERENZA IL FATTO DEL GIORNO

>8894, 23-Giu-93, 07:23, I-----, 3078, B.Cattivelli, I, Roma

>-------------------------------------------------------------------------------

>TESTATE E PADRONI

>Mi pare che il problema, nei termini in cui lo affrontano

>Vittorio ed Enrico in Conf Tangentopoli sia mal posto,

>ingenerando in tal modo una certa confusione.

>Il concetto di libertà di stampa non ha nulla a che vedere con la

>libertà di opinione del redattore. La libertà di stampa riguarda,

>appunto, colui che stampa, cioè l'editore, e non colui che scrive le

>cose da stampare. Il rapporto editore-redattore è un rapporto di

>lavoro subordinato tra privati, regolato da un contratto che

>rispecchia norme e leggi a tutela delle parti ecc... E' quindi

>evidente che un redattore non può scrivere quello che gli pare

>poiché ne risponde al suo datore di lavoro che, in una società

>liberal-capitalista, ha tutto il diritto di censurarne il lavoro

>e, in ultima istanza, di licenziarlo.

>Come giustamente rileva Vittorio le critiche agli editori privati

>(quali De Benedetti, Berlusconi ecc..) lasciano il tempo che

>trovano, in quanto essi DEVONO avere la libertà di stampare

>quello chi gli pare e piace, rispondendo esclusivamente ai propri

>interessi e alle leggi dello stato.

>Quindi, nel caso dell'editoria privata, l'unico vero problema è

>quello di evitare i monopòli con adeguate norme anti-trust e

>severi controlli sul rispetto delle stesse.

>Tutt'altro è il discorso quando l'editore è lo stato, sempre che

>questo sia inteso come l'insieme di tutti i cittadini e non come

>la proprietà (magari temporanea) di chi detiene la maggioranza di

>governo (ricordate Vespa e i suoi "editori di riferimento"?). In

>questo caso si tratta di stabilire cosa è un servizio pubblico di

>informazione, con quali regole deve operare e su quali contenuti

>ha il diritto di esprimersi (e già, poiché il diritto di

>espressione è degli individui, non dello stato!). Il metodo della

>lottizzazione fin qui seguito ha dato pessimi risultati ed è

>quindi impensabile la sua riproposizione. E' evidente che,

>nell'ambito dell'editoria pubblica, le garanzie di libertà di

>stampa devono essere in qualche modo estese ai redattori,

>tutelandone i diritti sindacali e proteggendoli da eventuali

>ritorsioni sulla loro carriera. Contrariamente a ciò che sostiene

>Frajese, credo che un sindacato dei giornalisti, sempre che sia

>realmente tale, potrebbe svolgere una importante funzione di

>controllo sulla corretta gestione del personale di redazione da

>parte di dirigenti "deviati" che potrebbero esercitare indebite

>pressioni sui loro subordinati.

>Entrano quindi prepotentemente in ballo questioni di etica

>professionale e correttezza verso la funzione pubblica che

>comunque riguardano e continueranno a riguardare

>l'amministrazione pubblica nella sua interezza. Era anche con

>riferimento a ciò che sostenevo, in precedenti interventi, la

>necessità di una nuova funzione della politica: la funzione di

>Garanzia, per la quale necessita la crescita culturale e civile

>di noi tutti.

>P.S.: mi scuso con Bandinelli per aver inserito qui un testo che

> si sarebbe potuto collocare anche in Conf Tangentopoli.

> Ho raccolto l'invito di Frajese a fare di questo tema un

> sottofatto del giorno.

--- MMMR v3.45reg * Bruno Cattivelli

 
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