Sì, debbo averti confuso con qualcun altro, probabilmente per la fretta e per l'ora alla quale ho scritto. Me ne rammarico. Ma ancora di più mi duole scoprire che una persona sulla cui identità ho fatto
confusione, si confonde essa stessa con coloro che proclamano l'antitesi delle idee di cui questa persona si fa potratrice in tema di corretto rapporto fra editore e giornalisti.
Ben venga una tua dichiarazione sulla libertà dell'editore di imporre a suo piacimento la propria linea editoriale. Ma se a questa tu accompagni affermazioni di appoggio al PDS (e non credo di confondermi una seconda volta), allora cadi in una contraddizione "di vita" più che di parole.
Il tema dei rapporti editore-giornalista e della libertà di espressione è stato sempre il nocciolo della questione democratica. E su tale questione, il Fronte Progressista ha assunto posizioni molto diverse dalle tue. Abbiamo tutti ancor vivo il ricordo del clamore, della affettata indignazione che suscitò la dipartita di Montanelli dal Giornale. Voci a difesa della libertà ed indipendenza del giornalista rispetto al suo editore si sono levate da tutti i principali angoli del Fronte: segretari di partito, intellettuali, giornalisti "di provata fede progressista", ecc.
La cosa davvero raccapricciante, caro amico, è che tu voglia distinguerti a parole da costoro, ma che poi ti ritrovi in mezzo a loro al momento di votare.
Perchè su un tema di tale importanza non si può essere indulgenti, e cavarsela dietro presunte emergenze che giustifichino il voto a sinistra.