Di aver mai detto che al posto di Vigevano, nel caso in cui fossi costretto ad applicare contratti da giornalisti professionistici a RR sostituirei gli attuali redattori con professionisti "veri". Ho invece detto privatamente a Martini che conosco persone che pensano esattamente questo, ma questa non e' la mia posizione.
Poiche' tu non dubiti della mia buona fede come io non dubito della tua, Dino, non ho difficolta' a pensare che l'incomprensione finisca qui, con questa precisazione. Approfitto anzi dell'occasione per sottolineare che non ho mai trattato, e non ho intenzione di trattare in futuro, la questione della bravura tecnica dei redattori della Radio. E questo anche se alcuni dei redattori hanno avuto da ridire sulla mia.
Per quel che attiene alle possibilita' economiche di testate minori che applicano il contratto nazionale della FIEG (e sono ben felice che la discussione si sposti su questo campo), penso che sarebbe appunto molto interessante andare a vedere i bilanci di questi giornali. Scopriremmo, credo, cose interessanti, come testate che escono in edicola senza avere lettori, che si reggono esclusivamente sull'appoggio politico di un boss locale (tipo Prandini e compagni), che campano grazie alla pubblicita' di imprese pubbliche come SIP, AGIP ecc.
Sul perche' queste imprese vadano a spendere i propri soldi in queste testate fantasma credo che sarebbe interessante indagare.
Questo senza contare il fatto, ripeto, che Radio Radicale e' in primo luogo una radio (e come tale con uscite ed entrate non comparabili con quelle di un giornale), in secondo luogo una testata che va a registrare o a trasmettere in diretta comizi e congressi di altre formazioni politiche (che ossia sostiene spese senza avere una lira di corrispettivo), ed infine che e' un organo di partito; con tutte le limitazioni in campo di raccolta pubblicitaria conseguenti.
Torno a ripetere che apprezzo molto il fatto che la discussione si sia spostata dalla crociata giornalismo professionistico Si - giornalismo professionistico No, ad una seria e pacata discussione sulle reali risorse della testata in cui si lavora; partendo dal presupposto che le proprie, legittime rivendicazioni salariali vadano commisurate a dette risorse.
I miei migliori auguri di buon lavoro.
Andrea