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Conferenza Movimento club Pannella
Radio Radicale Andrea - 11 ottobre 1994
Una precisazione per Cavalieri, la distinzione giornalista-teleradioreporter non è come sostieni te solo nominalistica, ma di sostanza in conseguenza della scelta delle associazioni delle emittenti private FRT e RNA che insieme ai compiacenti sindacatiCGIL, CISL e UIL del settore hanno creato la figura professionale del teleradioreporter in contrapposizione a quella del giornalista riconosciuta dall'ordine dei giornalisti. Tu dirai, ma bene è proprio quello che ci serve per combattere l'abborito ordine! E io ti dico che no, che una cosa è fare una battaglia politica per cambiare una legge e creare una nuova situazione uguale per tutti e un'altra è separare ancor di più dal corpo giornalistico lavoratori che giornalisti sono e che invece di essere riconosciuti come tali vengono sempre più cacciati nella clandestinità(vedi intervento Tartaglia). Come si trova un teleradioreporter che mettiamo avesse un'opportunità di entrare alla RAI, dove ormai assumono solo giornalisti professionisti? Il nostro trovandosi al
massimo a essere riconosciuto come pubblicista, pur avendo magari lavorato molti più anni dei canonici 2 che con il praticantato portano a diventare professionisti, dovrà dire addio al posto nuovo, alla faccia della tanto decantata libera mobilità di lavoro da parte di chi si dichiara liberista! Ma andiamo avanti, tu replicherai, ma è proprio per questo che vogliamo abolire l'ordine con tutti i suoi orpelli; mi sta bene, quello che non mi sta bene e lo ripeto è che contemporaneamente si operi per costruire figure professionali che di fatto contribuiscono a rafforzare la divisione del lavoro giornalistico in 2 mercati, uno di serie A e uno di serie B. Si operi per abolire l'ordine e creare un'unica figura giornalistica, intanto si applichi la legge per non creare dei paria dell'informazione. Chiudo con una considerazione, risulta chiaro dal dibattito che chi parla non sente l'altro, perchè è evidente che si è mossi da interessi diversi: come vedi io e altri ci preoccupiamo di noi, ma anche di altri nostri c

olleghi di altre emittenti, perchè appunto non si sperequi sul lavoro, tu ed altri sposando le tesi degli editori vi preoccupate solo dei possibili costi eccessivi per quest'ultime. Del destino di chi vi lavora dentro non ve ne frega niente e poi la buttate anche in politica, noi abbiamo almeno il pudore di non farlo; ci siamo solo e così rispondo a un'altra accusa che ci fate, rallegrati che qualcuno a livello politico- vedi Paissan-abbia avanzato una proposta in nostro favore e scusate se abbiamo avuto l'ardire di far tanto! Ci sono quindi interessi materiali in gioco e ammantarli di politica o peggio come mi sembra di ideologia, penso sia un cattivo servizio reso alla verità

 
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