Roma 31 ottobre 1994
La "simulazione" di una parte molto importante del mondo confindustriale. Risposta al Presidente Abete e al disegno di affossamento istituzionale e politico di Silvio Berlusconi.
"Pre-visione o pre-destinazione? Constatazione o scelta? Non sarà certo con il Presidente Abete che mi avventurerò in un dibattito dalle radici teologiche. Al quale la mia informazione sulla preparazione del dopo-Berlusconi, non fosse che come simulazione "scientifica" di sviluppi rapidamente possibili della situazione politica italiana, appare "esilarante", se riferita a settori di area confindustriale.
Io ribadisco la fondatezza dell'informazione. Anche al Presidente Abete, il quale - mi auguro - non si illude di essere al corrente di tutto quel che si discute, prepara nel mondo confindustriale, che raramente coincide con quel che fanno gli organi più o meno burocratici o più o meno meramente rappresentativi della organizzazione da lui presieduta.
La "simulazione" è drammaticamente precisa, calendarizzata.
Il dibattito parlamentare e politico sulla Finanziaria non potrà (e, per altri "dovrà": basta che i media siano d'accordo) che rafforzare una immagine sgangherata dell'attività del Governo e della maggioranza. Già da subito, ancor prima del passaggio attraverso le forche caudine del Senato. Le opposizioni avendo scelto, con il sindacato, una linea sfascista e da ultima spiaggia; si tratta di attendere che le misure più auspicate e utili della finanziaria siano acquisite, e operare perché il combinato disposto fra azioni "indigene" di Borsa e riflessi dei mercati finanziari internazionali da preoccupare ulteriormente l'"auspicabile" emergere di un punto del tasso di inflazione, perché non sia la sola via giudiziaria a costituire la sconfitta e la fuoriuscita di Berlusconi. Non è mistero per nessuno i nomi di coloro che sono "disponibili", a quel punto e per quel punto sia segnato, per "guidare" o un governo istituzionale o un Governo che abbia con l'opposizione un sostanziale patto di non aggressione, a
cominciare dalla scelta comune di doppio turno, di salvataggio del sindacato dal referendum che lo riguarda.
A fronte di questa "simulazione" v'è la nostra: subito denunciare al paese l'impossibilità di governarlo con il trionfo delle fazioni e dei partiti al quale stiamo assistendo, investirlo della urgenza e della possibilità di una grande riforma anglosassone della vita politica e, subito dopo, di quella istituzionale, passare alla costituzione di un nuovo blocco sociale e storico per un new deal liberale e liberista, per la Riforma dello Stato".
Su questo verificare la possibilità di un nuovo progetto e di un nuovo assetto di governo. Di un Berlusconi bis".