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Conferenza Movimento club Pannella
Cicciomessere Roberto - 1 novembre 1994
Parliamo..
Penso che faremmo cosa utile se invece discutessimo. Nelle conferenze in genere si chiacchiera. Più spesso si litiga per semplice esibizionismo. Se questa conferenza diventasse invece un luogo di lavoro politico?

Nell'ultima assemblea del movimento mi sono annoiato moltissmo. Guardavo sempre l'orologio. A mio parere poteva iniziare proprio quando si sono conclusi i lavori.

L'intervento di chiusura di Marco ha posto sul tappeto questioni decisive.

Anche se quella riunione confindustriale a cui ha fatto cenno non si fosse svolta esattamente nei termini di cui ha riferito, il disegno di una parte del potere politico ed economico è non solo chiaro ma sfacciato.

E Marco ne ha colto l'essenza.

Berlusconi, ovvero il rischio che faccia sul serio il liberista, è una minaccia mortale per tutto il potere economico che vive solo sulle sovvenzioni, sugli appalti, sui cartelli, sui monopoli.

E non mi riferisco solo a Italsiel o Stet, ma a Fiat e Olivetti.

Craxi, se non ricordo male, quantificò in una cifra dell'ordine di svariati miliardi le sovvenzioni dirette ed indirette a FIAT.

Basterebbe che lo stato decidesse di gestire gli appalti sulla base del criterio della convenienza economica per far chiudere molte grandi aziende.

Basta leggere la convenzione miliardaria Italisiel-Ministero della pubblica istruzione per capire che il marcio strutturale della nostra economia non è stato neppure lambito da "tangentopoli".

Grandi gruppi industriali e finanziari, sindacati, larghi strati dell'amministrazione si sentono minacciati.

Non da quello che fa Berlusconi ma da quello che potrebbe fare se desse corso alle promesse elettorali.

Non si spiegherebbe altrimenti il linciaggio della stampa nei confronti di Berlusconi. Sia ben chiaro che non difendo acriticamente tutte le sue scelte e di cazzate ne ha fatte tante. Ma quando mai la stampa ha riservato questo stesso atteggiamento nei confronti di politici con ben altre responsabilità? Quotidianamente leggevamo o vedevamo le intervsite ossequiose di Cirino Pomicino, De Lorenzo, Craxi, De Michelis...

Che fare?

Anche se non sembra una proposta operativa, incominciare ad affermare con maggiore forza e convinzione che oggi chi è "contro" Berlusconi, oltre a non rischiare nulla, si colloca esattamente nel fronte della conservazione, del conformismo più smaccato.

Gridare oggi queste cose ha la stessa valenza eversiva nei confronti del regime del "Cossiga golpista".

Vedevo Dario Fo l'altra sera in Tv: lui credeva di essere lo stesso che in un passato molto lontano sbeffeggiava i potenti; invece adesso, probabilmente senza nemmno accorgersene, è divenuto giullare di corte.

Bestemmiare, scandalizzare, denunciare il nuovo conformismo...da qui bisogna ricominciare.

 
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