si possa raccogliere l'invito di Cicciomessere parlando di economia finanziaria, perché credo che il motivo di fondo della adesione del movimento dei club alla visione friedmaniana sia dovuto al fatto che Milton Friedman sia anzitutto un monetarista, vale a dire un teorico dell'economia che, a differenza di altri ad esempio di John M.Keynes, ritiene esista un primato dell'economia finanziaria su quella reale. Ora questo non è vero sempre ed in ogni luogo, visto che si tratta di una affermazione scientifica e dunque confutabile, ma mi sembra che in questo momento storico sia la migliore chiave di lettura dell'andamento dell'economia mondiale.Dobbiamo dunque prestare attenzione al fatto che oggi il ciclo economico parta dalla finanza internazionale per avere poi una ricaduta sulla produzione di beni. Questo in chiave politica significa che si fa opposizione non tanto, o non soltanto, contestando le scelte politiche del governo, ma condizionando i mercati finanziari attraverso dichiarazioni pilotate sulla stampa e in genere sui mass media.
Un altro tema a questo connesso credo sia quello del credito. Penso che l'Italia sia uno dei paesi in cui sia più difficile ottenere credito dalle banche, che esigono tali e tante garanzie da sfiduciare chi un'idea attuabile ce l'ha ma non possiede il capitale iniziale con cui concretizzarla. I danari insomma vengono offerti a chi già ce l'ha, magari in immobili da ipotecare.
Ecco credo che il governo Berlusconi se vuol davvero creare il milione di posti di lavoro promessi, debba imboccare la via di rendere più agevole l'accesso al credito in modo da liberare le energie di chi ha idee, e di iniziare a smantellare quella mentalità burocratico-statalista del posto fisso, che è anch'esso uno dei requisiti che le banche richiedono per sganciare soldi.