Non voglio entrare nel merito della questione Friedman-Keynes, anche perche' tendenzialmente sono portato piu' ad essere a favore del secondo ceh del primo, pero' e' anche vero che il primo mi e' meno familiare.
Preferisco quindi andare oltre il dibattito teorico e puntare ad un altro aspetto del problema.
La questione Mercato Ora, e' essenziale che non si crei un altro mito dopo quello marxiano della proprieta' collettiva dei mezzi di produzione; che non si opponga al mito dell'anticapitalismo quello del mercato.
La dottrina classica del mercato, come quella marxiana, partono dall'analisi storica di un periodo che ha, come punto d'arrivo, la rivoluazione industriale; noi abbiamo un orizzonte storico piu' vasto, e di questo occorre tener conto.
Quindi, il mercato ed il liberismo vanno bene, dato che solo con la liberta' di scelta da parte dei consumatori (ecco la potenziale importanza dell'incarico dato ad Emma Bonino) si puo' ottenere un equilibrato rapporto fra domanda ed offerta.
Se io consumatore gradisco una cosa, la richiedo e quindi i produttori hanno interesse a metterlo in commercio.
Pero' a questo punto deve intervenire l'autorita' per garantire il consumatore che e' anche cittadino, mettendolo in condizione di consumare prodotti che non siano nocivi, quindi la competenza di chi tutela il consumatore non puo' che estendersi alla tutela del cittadino.
In definitiva l'ente di controllo deve accertarsi, in primo luogo a) cheil bene prodotto non sia nocivo ne' alla persona ne' all'ambiente piu' in generale b) che i metodi di produzione siano ecocompatibili c) che non esistano situazioni di privilegio fra i soggetti produttori o i soggetti distributori d) che non si creino situazioni di oligo o monopolio e) che vengano rispettati criteri generali diu sicurezza sul posto di lavoro, ovverosia che l'economicita' del prodotto non venga ricercata attraverso metodi fraudolonti, come il ricorso al personale sottopagato o non assicurato o costretto a turni di lavoro non socialmente compatibili.
Al di la' di questi schemi generali di controllo, la liberta' su cosa produrre, dove produrre e come produrre deve essere totale; a questo punto il consumatore, se informato e lasciato libero di decidere, orienta in modo del tutto trasparente la produzione, indica ai produttori cosa produrre e anche come produrre.
Da qui l'altra grande opportunita' per chi opera a favore del consumatore: l'importanza dell'informazione trasparente, l'importanza di far sapere ai cittadini i metodi di produzione di cio' che consumano, il livello di inquinamento che cio' che si produce causa, il depauperamento delle risorse naturali.
Se il cittadino e' informato puo' essere portato naturalmente ad adeguarsi: costringendo, di conseguenza, anche i produttori ad adeguarsi a queste nuove esigenze.
Esempio:
Benzina; negli anni dello shock petrolifero ed ai tempi del rapporto del MIT intitolato i Limiti dello sviluppo, si preconizzo' il rapido esaurimento delle risorse petrolifere.
Gli stati aumentarono il prezzo dei prodotti petroliferi, il consumatore si oriento' su situazioni alternative, i produttori cominciarono a produrre e proporre autoveicoli che consumavano sempre meno, caldaie per riscaldamento ad alta resa etc., provvedimenti che hanno prodotto, neanche tanto lentamente, un minor consumo di prodotti petroliferi.
Le stesse battaglie ambientaliste, pur con le tante esagerazioni e mistificazioni tipiche dei movimenti profetizzanti, hanno prodotto un mutamento di attenzione da parte del consumatore, che tendera', se adeguatamente informato, a preferire le bottiglie in vetro a quelli in plastica etc.
Ma a questo punto nasce una nuova esigenza: il riciclaggio.
Interesse del consumatore, del mercato e dell'ambiente e' il recupero dei rifiuti riciclabili;
sinceramente riterrei imporre per legge ai comuni l'obbligo di curare la raccolta differernziata dei rifiuti, questo a livello quanto meno europeo.
In definitiva: libero mercato si, ma nel rispetto di macrolimiti che tutelino il consumatore-cittadino anche dai propri errori, attraverso il duplice sistema di informazione-penalizzazione.
Informare per scegliere meglio, penalizzare i prodotti meno ecologicamente compatibili per spingere il binomio produttore-consumatore nella direzione di un consumo-produzione piu' compatibile.