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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rita - 5 novembre 1994
Parigi 5 novembre 1994

LETTERA APERTA DI PANNELLA A MIELI

IL QUOTIDIANO L'OPINIONE (PREGHIERA DI CITARE LA FONTE) PUBBLICHERA' DOMANI, DOMENICA 6 NOVEMBRE, LA SEGUENTE LETTERA APERTA DI MARCO PANNELLA AL DIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA, PAOLO MIELI.

"Caro Paolo,

ci risiamo. Tutti mi trattenete, e siete proprio tutti. E, a turno, uno di voi, si dà al pestaggio. Che questa sia stata la Storia d'Italia, per almeno vent'anni, non vorrei che la dimesticaste. Altrimenti, come si vede, la proseguirete.

Scrivo a te, il meglio "direttore", o meno peggio, fra i tanti direttori-segretari-di-partito, che trattano i loro lettori come propri seguaci ed elettori, da Ezio Mauro a Federico Orlando, da Eugenio Scalfari a - comprensibilmente - Walter Veltroni, da Paolo Liguori a Sandro Curzi.

Con un ottimo fondo di Giustiniani, oggi, prendete posizione a favore dell'oggetto di uno dei 13 referendum per i quali abbiamo - allora con la lega Nord - raccolto le firme. Ma di quei referendum avete sempre taciuto, come degli altri, e continuate a tacere. Sono "nostri", è questo il problema. Sono politici. Voi cercate invece consensi di palazzo e di plebe.

Ieri abbiamo chiesto alla maggioranza e al Governo di far proprie le principali richieste del PPI, fatte da Andreatta alla Camera, in tema di finanziaria. Abbiamo chiaramente annunciato che anche al Senato (dove i nostri due Senatori sono stati assolutamente determinanti nei voti più importanti) le sosterremmo. E, da subito, poniamo il problema al Presidente del Consiglio. Ma, trattandosi di un vero e proprio salto politico ed economico della "finanziaria", e Andreatta non essendo un antesignano trasformista o progressista come gli altri esponenti del PPI, il tutto interessa poco. E la nostra richiesta viene così "lasciata cadere".

Da due giorni sono ripresi gli articoli di fondo contro la nostra antica proposta di Riforma uninominale, che ancora dieci mesi fa è stata sostenuta da gran parte del mondo liberaldemocratico, a cominciare da illustri collaboratori del "Corriere".

Posso ricordarti che - come afferma Peppino Calderisi - l'ottimo Professor Sartori è ormai al trentottesimo "fondo" fotocopia del tuo giornale, senza che mai una sola volta ci sia stata data, e ai lettori, l'opportunità di aprire un dibattito e, di rispondere?

Ma che metodi sono? Ma dove siamo? E' vero, come Sartori confessa: in fondo tutti i vecchi e i "nuovi" partiti sono e possono ben presto riconvertirsi per il doppio turno. Ma c'è una regola, ma è smentita, nella storia dell'ultimo trentennio: mai una sola volta noi siamo stati soli contro tutti gli altri, senza che poi abbiate riconosciuto che avevamo ragione.

Ma, per finire: Radio Radicale. Per lustri quasi tutti i giornalisti e i Presidenti di Repubblica, di Parlamento, del Consiglio, i Presidenti dei Gruppi, hanno fatto parte dell'oltre un milione e mezzo di questo "servizio pubblico".

Anche tu. La disinformatia, in proposito, è oggi pressoché totale.

Radio Radicale si sta spegnendo con l'attacco concentrico di progressisti, di clericali, di sfascisti. Hai preparato, caro Paolo, il coccodrillo, il necrologio?

Temo proprio che l'Italia stia per raccogliere in questo fine di secolo quel che da più di settant'anni ha seminato nel suo stesso seno, a cominciare dai suoi "maestri" di fronda, Montanelli e Bobbio. Non a caso unanimi avete deplorato Berlusconi quando ha preferito per Bruxelles la storia europea e civile di Emma Bonino, piuttosto che la più prestigiosa e onesta tra quelle comuniste italiane.

Come dicono, sono diventato vecchio. Caro Paolo, potreste oramai picchiarmi a mani nude, senza più pugni di ferro? Te ne sarò grato". Tuo

Marco

 
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