Gli scambi tra riforme istituzionali e attività di governo (Gandolfi, testo n.479) ci sarebbero anche se fosse una assemblea costituente ad occuparsi delle prime.Inoltre non credo che un'assemblea costituente, solo perché votata proporzionalmente, sarebbe tanto migliore di questo Parlamento.
Io provo a rilanciare la mia idea (testo 313) di elezioni in cui i candidati sono ... costituzioni.
Si inserisce, tramite art. 138, la previsione che un opportuno numero di parlamentari può chiedere al Capo dello Stato di indire un referendum-elezione tramite il quale verrà scelta direttamente dal popolo la costituzione; tutti possono portare una proposta di costituzione, accompagnata da un congruo numero di firme; la vecchia costituzione fa automaticamente parte delle costituzioni proposte. La scelta può avvenire tramite una votazione maggioritaria a un turno, o a due turni (ma senza possibilità di modifica alle due proposte che si sono qualificate ) o a un turno australiano; penso che non cambierebbe molto.
La forza di ricatto di chi ha posizioni largamente minoritarie sarebbe molto diminuita. Sarebbe molto difficile a chiunque, anche a Bossi, minacciare una crisi di governo perché AN, per esempio, sta preparando un candidato costituzione che non piace. Infatti la preparazione delle costituzioni avverrebbe fuori delle sedi istituzionali.
I partiti di massa sarebbero costretti a prendere delle posizioni chiare.
Si supererebbero anche le obiezioni di chi dice che gli elettori non hanno votato questo Parlamento tenendo presente gli argomenti istituzionali: infatti tutti ripartirebbero da zero.
Si aprirebbero nuovi spazi politici, cioè si favorirebbe l'aggregazione di forze indipendentemente dal loro attuale schieramento nei confronti del governo. Ci sarebbe veramente la possibilità che un raggruppamento che prepara la costituzione prefiguri il partito democratico per la riforma che adesso, per come sono messe le cose, ce lo possiamo solo sognare.