" In verità, il prefetto è una lue che fu inoculata nel corpo politico italiano da Napoleone ... Democrazia e prefetto repugnano profondamente l'una all'altro ... Coloro i quali parlano di democrazia e di costituente e di volontà popolare e di autodecisione e non si accorgono del prefetto, non sanno quel che si dicono ...
Finchè esisterà in Italia il prefetto, la deliberazione e l'attuazione non spetteranno al consiglio municipale ed al sindaco, al consiglio provinciale ed al presidente; ma sempre e soltanto al governo centrale ed a Roma; o, per parlar più concretamente, al ministro dell'interno. Costui è il vero padrone della vita amministrativa e politica dell'intero stato ...
Perciò il delenda Carthago della democrazia lliberale è: Via il prefetto! Via con tutti i suoi uffici e le sue dipendenze e le sue ramificazioni! Nulla deve più essere lasciato in piedi di questa macchina centralizzata; nemmeno lo stambugio del portiere! ... L'unità del paese non è fatta dai prefetti e dai provveditori agli studi e dai segretari comunali e dalle circolari ed istruzioni ed autorizzazioni romane ... è fatta dagli italiani ... i quali imparino, a proprie spese, commettendo spropositi, a governarsi da sè " - Luigi Einaudi
Anche se le cose sono un po' cambiate dal 1944, epoca dell' articolo di Einaudi, che senso ha parlare di Federalismo, di autonomìe e di libertà territoriali locali senza abolire i prefetti, che sono la negazione del federalismo? E' prevista l'abolizione dei prefetti negli attuali progetti di riforma federale dello Stato italiano?