Sento dalla rassegna stampa di Radio Radicale che Marco Taradash sarebbe intervenuto nella polemica sul programma di Raitre Il Laureato, dichiarando : 1. Che il programma e' fatto male, noioso, risaputo. 2. Che e' un modo indiretto di fare propaganda.Sul primo punto posso essere in parte d'accordo, anche se in realta' mi sembra comunque meglio di tanti programmi di varieta' che ci sorbiamo ormai senza fiatare.
Sul secondo punto invece ho molte perplessità, soprattutto se questa osservazione viene da Marco (e tralascio per ora il suo ruolo di presidente della Commissione di Vigilanza).
Intanto nella sostanza. Proprio perche' gran parte della comicita' e' risaputa e ripetitiva, soprattutto quando viene da Paolo Rossi, mi sembra che diventi un luogo comune, e quindi non e' piu' propaganda quella di quanto non lo sia quella di Emilio Fede per Berlusconi.
In secondo luogo non mi sembra che gli interventi di Chiambretti siano cosi' a senso unico. Le sue interviste agli studenti occupanti ad esempio mi sembravano tutt'altro che compiacenti. Lo si puo' accusare semmai di uno sberleffo cosi' generalizzatto da diventare qualunquistico.
Al di la' di queste osservazioni, ho molti dubbi sul fatto che la satira possa essere non di parte. Francamente mi sembra che se dobbiamo escludere questo tipo di satira restiamo alla frutta, cioe' alle Bucce di Banana di Pippo Franco e Co. e per dire la verita' preferisco Avanzi, Tunnel e il Laureato, cosi' platealmente schierati a quell'indecenza.
Semmai dovremo prendercela con chi non c'e'; cioè e' i comici non progressisti. D'altra parte anche questo e' un ruolo tipico degli intellettuali e gli intelletuali da noi sono progressisti per antonomasia.
Infine soprattutto non riesco a nascondere un certo disagio a sentire da Marco Taradash parole che anche lontanamente hanno il sapore dell'intervento censorio. Ma non siamo sempre stati noi a dire "Lasciateli parlare. Solo cosi' sara' evidente la loro mediocrita' " Lo dicevamo dei missini.
Vale anche per gli slogan vetero-progressisti.