" ... la ragione critica è meglio della passione ... Ma ...nulla si potrà mai ottenere senza un minimo di passionalità".
Karl Popper, Conoscenza oggettiva.
Non m'intendo di costituzione, non trovo peregrine le considerazioni di Falasca e Gandolfi, ma politicamente penso sia un po' mettere il carro davanti ai buoi: c'è una coalizione di governo che vuole per una quota il federalismo ed è indifferente, se non ostile, al resto, per una quota il presid. e il turno unico e un inizio di federalismo assieme a chi predilige il doppio turno ecc. C'è una maggioranza alla Camera e un non-maggioranza al Senato, visto che oggi il 51% dei suffragi non significa, in sè, poter governare se prima non c'è uno straccio di dichiarazione di intenti comuni (non dico un programma). Ogni questione di rapporti tra leggi e costituzione è fluida a un grado prima ignoto: le consuetudini non sono dirimenti.
Al di qua di questioni "tecniche" (che sono più che mai politiche), in queste condizioni si naviga nella nebbia suonando la campana di prua e sperando di non incrociare una petroliera, che della campana saprebbe solo dai TG, avendo le orecchie tese ad INTERPRETARE ogni minimo fruscìo e badando ad ogni spostamento millimetrico della barra: si sa dove si vuole arrivare, ma la rotta va indovinata attimo per attimo monitorando le interpretazioni della costituzione, le dichiarazioni, i mutamenti minimi di posizioni ecc. e sapendo reagire a tono.
Gli strumenti (referendum) possono incepparsi (alcuni velisti imparano a timonare bendati). Se è difficile un accordo, una costituente era pensabile, forse, in luogo della bicamerale, ma oggi nessuno la vuole, salvo imprevisti. Cosa abbiamo? Ipotesi fondate sulla sabbia, come ogni vera ipotesi, e speranze: che la corte non trombi i referendum; che li si vinca, cioè che si abbia la passione di convincere il paese a votare "SI", ecc. e che le leggi elettorali che uscirebbero "ready to use" dai referendum non vengano modificate in parlamento, ma è poco probabile.
Il turno unico renderebbe più facile pensare al resto anche prima di elezioni: il timore di sparire in elezioni anticipate indurrebbe ragionevolezza e un diradarsi della nebbia per poter, almeno, navigare a vista. Un atto di coraggio (Berlusconi bis) può sbloccare la situazione: ci sarà? Bisogna provarci fino alla nausea: ogni previsione razionale oggi urta in toto contro la psicologìa umana, il che, per il princìpio popperiano per cui ciò che è vero in logica lo è anche in psicologìa, deriva dal fatto che nessuno è, oggi, in grado di fare ipotesi metodologiche sufficientemente generali, a mio parere.