Trascrivo il testo inviato per fax al Corriere della sera con il quale aderisco all'iniziativa dei Club Pannella a sostegno dell'appello degli economisti pubblicato su Corsera di domenica:
Con il presente aderisco all'iniziativa di Marco Pannella rilanciata da Radio Radicale a sostegno dell'appello sottoscritto da prestigiosi economisti apparso su Corriere della Sera di Domenica.
Non posso non sottolineare, comunque, quanto segue:
a) in nessun modo tale appello e questa iniziativa deve essere intesa come rivolta contro l'esecutivo Berlusconi, additato, anche da parte dello stesso Corriere, al ludibrio delle genti, accusato di tatcherismo, di massacro sociale, costretto, in questo clima di generale intimidazione a cedere di fronte al ricatto sindacatocratico, partitocratico, massmedologico , del quale è stato complice e levatrice il comportamento irresponsabile, devastante, inconcludente, miope ed ai limiti della demenza senile di Bossi e della parte più revanchista e distruttiva della lega.
b) all'infuori del prof. Modigliani, nessun altro economista, fra i firmatari, a fatto sentire la propria voce di fronte alla canea montante della disinformazione e della retorica piazzaiola; mi auguro che di questo ritardo i primi firmatari facciano pubblica ammenda, in particolare il senatore De Benedetti, il quale dovrebbe trarre le conclusione di quanto da lui sottoscritto ed abbandonare il gruppo politico sotto le cui bandiere attualmente riposa, visto che proprio la volontà di rivincita ricercata attraverso la mobilitazione della piazza (non importa se studentesca o operaia) ha indotto l'opposizione progressista e popolare, oltre alla parte meno responsabile ed affidabile della maggioranza, a richiedere l'affossamento di quella che il senatore De Benedetti stesso giudica l'unica vera e seria riforma di carattere strutturale.
c) In nessun modo mi sento di sostenere che la manovra gravasse unicamente sui pensionati, dato che, per la prima volta dopo settant'anni di regime, un governo, grazie anche all'opera encomiabile del ministro Tremonti, sta cercando di dipanare la matassa di un fisco iniquo, ingiusto, vera madre di tutte le corruzioni e di tutte le evasioni puntando all'unico vero rimedio, non inasprimento di pene, sanzioni o altre vessazioni simili ma piuttosto semplificazione e trasparenza.
Invitando, quindi, i primi firmatari a trarre le coseguenze di quanto da loro stessi sottoscritto, fiducioso in un loro fattivo impegno al di là ed al di sopra di ogni logica di contrapposizione e di schieramento, sottoscrivo l'appello nella speranza che il Senato della Repubblica sappia guardare alle necessità vere del paese e non ai particulari interessi di bottega.
Riccardo Gandolfi