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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 9 dicembre 1994
LEGGE ELETTORALE REGIONI
Roma, 9 dicembre 1994

Dichiarazione di Peppino Calderisi

LO SCONTRO IN COMMISSIONE E' TRA SISTEMA BIPOLARE E SISTEMA MULTIPOLARE, NON TRA UNO O DUE TURNI.

IL PDS, ORMAI, NEGA APERTAMENTE IL BIPOLARISMO, NON VUOLE CHE SI AFFERMI LA DEMOCRAZIA DELL'ALTERNANZA E IL PRINCIPIO DI RESPONSABILITA'.

"Alcuni mezzi di informazione continuano a rappresentare la discussione sulla legge elettorale regionale come uno scontro tra sistemi ad uno o due turni.

Le cose non stanno affatto così. Innanzitutto occorre precisare che si sta discutendo di un sistema misto con un'ampia quota proporzionale. Anche nel testo di mediazione da me predisposto sulla base delle indicazioni prevalenti nel Comitato ristretto (inizialmente con il consenso anche della Lega e dei verdi) è previsto un ballottaggio tra le prime due liste o coalizioni di liste regionali capeggiate dai candidati a Presidente della regione.

La questione è un'altra. Lo scontro è tra sistema bipolare (non bipartitico) e sistema multipolare.

Già il 22 ottobre scorso in una dichiarazione Bassanini affermò che "il prossimo congresso del PDS dovrà dire NO al bipolarismo" (agenzia Adnkronos, 22.10.'93, ore 13,20).

Un sistema multipolare significa la negazione della democrazia dell'alternanza e del principio di responsabilità (tra l'altro, se lo scopo è un sistema multipolare, diventa difficile capire perchè togliere la proporzionale).

Un sistema multipolare significa costruire un sistema politico in cui ad alcune forze intermedie viene attribuito un potere di interdizione come quello goduto dal PSI di Craxi. Ma almeno in quel caso vi era una giustificazione storica (i due pilastri del regime consociativo DC-PCI che si autoalimentavano grazie al Muro di Berlino). E i referendum elettorali di Segni furono promossi proprio per superare quel potere di interdizione che non aveva più alcuna ragione.

Si può e si deve certamente discutere della necessità di un maggiore equilibrio ed omogeneità degli schieramenti nati per le elezioni del 27 marzo (non si poteva pretendere che, dopo 50 anni di proporzionale, nascessero schieramenti omegenei in soli 20 giorni). Ma non si può assolutamente mettere in discussione la dinamica bipolare dell'alternanza.

Il PDS, il PPI e tutti gli altri orfani del consociativismo, non possono pretendere che ora si torni indietro cancellando il voto del 18 aprile 1993.

La Lega, dopo aver dato un contributo decisivo per far cadere il regime partitocratico, deve ora chiarire, innanzitutto a sè stessa, se vuole divenire lo strumento per il ritorno al passato."

 
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