Roma, 12 dicembre 1994
"Le dimissioni del seguito Arnaldo Valente della Magistratura costituiscono una riprova della realtà drammatica e anticostituzionale nella quale in grande maggioranza i magistrati italiani, volenti e sempre più spesso nolenti, sono precipitati.
Un CSM che pretende di rappresentarli anche politicamente, violando i loro diritti fondamentali di cittadini e di magistrati; un "partito dei giudici" con propria feroce ideologia e con poteri di fatto sempre maggiori; l'uso e l'abuso dell'obbligatorietà dell'azione penale, che si traducono in puro e violento arbitrio; una martellante propaganda sui mass-media dei giudici e degli obiettivi extra-processuali, di magistrati che abusano del prestigio dei loro incarichi; tutto questo aggiungendosi ai poteri di autogoverno esercitati da un CSM consociativamente operante sulla base degli interessi di corrente, privilegiando sempre più i magistrati inquirenti rispetto ad ogni altro, fanno dei giudici e dei cittadini italiani i sottoposti a gruppi di potere politico e di interessi ideologici e partitici.
Si può anche fingere che questi problemi non esistano, o non ne sussista la drammatica urgenza e gravità. Ma sempre meno lo si può fare in buona fede e nel rispetto della legge fondamentale".