Sentenze Corte Cost. nn. 16/'78 e 22/31/'81: che significa che non sono assoggettablili a referendum le leggi "a contenuto costituzionalmente vincolato" ? Tutto e il contrario di tutto: questo sì, Ragusa.
La Corte ha creato un pasticcio: restano abrogabili le leggi costituzionalmente "obbligatorie": qual'è il confine tra le due? Qual'è il criterio distintivo? E' << io e mia moglie andiamo perfettamente d'accordo perchè sulle questioni importanti decido io , su quelle minori lei e in compenso lei decide pure quali questioni sono importanti>>? La legge sui Collegi è del primo, del secondo tipo, o cambia posto secondo il referendum proposto?
E' folle: si è stravolto il semplice per complicare pure la carta cost., per renderla simile ai suoi tutori, anzicchè questi a quella, e alla miriade di leggi che incasinano il diritto, anzicchè queste a quella: forzandole la mano, non perchè carente.
Gli artt. 138 e 139 sono precisi, sulle modifiche costituzionali e i loro limiti. Quello della Corte è uno sconfinamento in poteri, questi sì, non sanciti dalla Cost. Ha ragione Pannella: chi se ne fotte delle interpretazioni e dei precedenti della Corte: che Scalfaro tuteli attivamente il diritto del popolo italiano di scegliere e di votare! E aggiungo: i comitati prendano iniziative: fax e telegrammi al Quirinale, per es.
Ragusa chiama "colpi di mano" i referendum; altrove lamenta di non sentirsi rappresentato in un sistema in cui non c'è il ref. "propositivo" (nominarlo mi ghiaccia il sangue!) e non si può tornare al proporzionale; gli rammento:
1) che l'un turno, se l'avremo, tra 5 anni sarà abrogabile con ref.;
2) che, detratti 20 di Fascismo, siamo a 55 anni di proporzionale: vuoi concederne 30 di turno unico a chi ha SUBI'TO il pluralismo, verificando se non sia la maggioranza degli italiani?
3) che questi "colpi di mano" sono OPERANTI REGOLE COSTITUZIONALI;
4) che se non ti piacciono, beh, che cazzo ha fatto la tua parte politica per cambiare quelle regole? Dov'è stata per 1/2 sec. la cultura costituzionale delle forze politiche, radicali esclusi? A che pensavano partiti e movimenti quando, soli, i radicali si stracciavano i polmoni al vento, urlando al Paese che su divorzio, aborto, concordato ecc. era ora che si pronunciassero gli italiani, mal rappresentati IN MAGGIORANZA da partiti che si arrogavano di essere IL popolo sovrano?
Ora si riparla di regole; tutti vogliono saltare sul carro in corsa e spostarne la rotta per mascherare i propri ritardi storici di civiltà giuridica e propositiva, a partire dalla sinistra TAUTOLOGICA (quindi socio-antropologica), con ogni mezzo e potere, lecito e non: questo è, al solito, il colpo di mano: è barare al gioco; NON CI STO! Ora ci sono i referendum: LA PAROLA AGLI ELETTORI.
G.C.
PS: scusate se mi incazzo, ma su certe cose non ho "calma olimpica" ... rimedio con mille :-) a tutti, a Ragusa in testa.