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Conferenza Movimento club Pannella
Faccini Liliana - 27 dicembre 1994
PRESIDENTE DELLA REPEBBLICA, CORTE COSTITUZIONALE, DIRITTI FONDAMENTALI DEL POPOLO E DEL CITTADINO AL REFERENDUM ED AL VOTO. STANOTTE DA SOLO DINANZI AL QUIRINALE...
NATALE 1994

Dichiarazione di Pannella

" La Corte Costituzionale rappresenta i momenti sistematici di massima unità partitocratica, di potere è di regime, di Parlamenti già dal 1992 ritenuti deleggittimati moralmente, violentati e chuisi anche giuridicamente, di potenti e di partiti oggi penalmente incriminati, storicamente liquidati, anche se sotto mentite spoglie tentano di tornare di nuovo al governo.

La Corte Costituzionale ha quindi naturalmente operato in sintonia, se non necessariamente in servitù e sicariato, con un regime che ha violato costantemente la stessa legalità, in primo luogo quella costituzionale. La Corte ha costantemente avocato a sè, al potere, con la sua giurisprudenza, il diritto del popolo sovrano al voto referendario. Questa giurisprudenza, al pari di quella giudiziaria in tema di corruzione, concussione, peculato, uso e abuso di ufficio, associazione di stampo mafioso, attentato di diritti politici e civili dei cittadini, va travolta, cancellata come vergogna e pericolo vitale per il Paese.

Il Presidente della Repubblica non può tacere e restare inerte dinanzi a questa realtà ed a questa scadenza. Non lo può, senza rischiare, lui, proprio lui cui va la nostra fiducia e il nostro deferente affetto, d'esser il massimo responsabile istituzionale e politico d'un evento di teorica ( e, per quanto ci concerne, pratica) rottura del patto sociale, del contratto costituzionale, della legalità e della legittimità istituzionale.

Ma occorre dar corpo, e non solo voce, alla verità cui si crede ( anche il Presidente, di certo, di questa verità è annunciatore e difensore).

Di conseguenza, per incoraggiare il potere nel suo compito di rispettare e attuare la sua propria legge, la sua propria moralità, simbolicamente solo nella mia irrilevanza e nella mia debolezza, solo anche nel fatto, trascorrerò la notte, in piedi, in piazza del Quirinale, dinanzi alle sedi della Presidenza della Repubblica e della Corte Costituzionale.

Ricordino, coloro che lo devono, che dove vi sia strage di legalità, lì avremo di certo anche strage di persone e di popoli.

La Jugoslavia "legale" di Milosevich insegna".

 
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