Roma 28 dicembre 1994"Noi continuiamo a seguire con l'attenzione doverosa, massima quindi, l'opera del Presidente della Repubblica.
Abbiamo ieri rilevato come il suo messaggio ai sindacati - che gli avevano rivolto un improprio e abusivo auspicio relativo alle elezioni politiche, assolutamente illegittimo anche in termini costituzionali e di rappresentanza dei propri aderenti - ci aveva lasciati attoniti e - se non smentito - sgomenti.
Ribadiamo l'estrema urgenza (derivata dal fatto che il Presidente della Repubblica senza dubbio ha esercitato da molti mesi funzioni di indirizzo, di vigilanza e di controllo, sin qui di esclusiva pertinenza del Parlamento e di esternazioni e esortazioni pubbliche rivolte ad altri poteri dello Stato o altre istituzioni), l'estrema urgenza - dunque - che tali funzioni e iniziative vengano da lui prese anche nei confronti di una Corte Costituzionale la cui giurisprudenza, in sintonia con il regime che l'ha espressa, è stata palesemente politica anche nelle intenzioni e nelle conseguenze obbligate, restringendo anzichè difendendo i diritti costituzionali dei cittadini, in particolare e con notevole arbitrio in temi referendari.
Esprimiamo la nostra sorpresa dinanzi al fatto - del tutto senza precedenti - che il Presidente della Repubblica intenda evidentemente che vi siano Partiti più eguali di altri di fronte alle funzioni previste dall'art. 49 della Costituzione, poichè - ad esempio - egli ha convocato il PDS, in quanto tale, per domani; mentre ha già udito i rappresentanti dei Gruppi parlamentari Progressisti Federativi.
Ci auguriamo anche che il Presidente della Repubblica, attraverso i suoi uffici, a ciò addetti, voglia finalmente smentire l'autorevole dichiarazione, riportata dai più autorevoli organi di stampa, del Vice-Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni Maroni sulle caratteristiche e l'opera politica del Presidente della Repubblica, sia in relazione alla crisi sia in relazione a schieramenti politici e partitici. E, nell'occasione, voglia accertare anche come sia possibile che a ben determinati organi di stampa giungano "indiscrezioni" sul pensiero e su ipotetiche parole del Presidente stesso, come - sempre ad esempio - sul carattere "distruttivo" di un un intervento del Presidente del Consiglio in Parlamento".