SE NON C'E' IN PARLAMENTO UNA PRECISA MAGGIORANZA POLITICA NON SI POSSONO NEGARE LE ELEZIONI. Roma, 31 dicembre 1994
Dichiarazione di Peppino Calderisi, deputato riformatore.
"Il pieno rispetto della voto popolare del 27 marzo dovrebbe senz'altro imporre, di fronte al venir meno dell'alleanza di governo, lo scioglimento delle Camere e la convocazione delle elezioni.
Tuttavia il Presidente della Repubblica non pare ancora voler accogliere tale impostazione.
Bisogna allora chiarire le strade costituzionali che il Presidente potrebbe apprestarsi a perseguire.
Le consultazioni che il Presidente della Repubblica sta svolgendo servono proprio - per collaudata consuetudine costituzionale - ad accertare l'esistenza in Parlamento di una maggioranza politica pronta a dare la fiducia al Presidente del Consiglio e al governo: tanto si ricava dalla consolidata e unanime lettura degli articoli 92, 93 e 94 della Costituzione.
Se Scalfaro si muovesse in questo senso si porrebbe in contrasto con lo spirito del voto popolare ma potrebbe pur sempre sostenere di non avere scavalcato i principi costituzionali che reggono la forma di governo parlamentare. Rimarrebbe ferma la gravissima responsabilità politica delle forze che si assumessero l'impegno di costituire una maggioranza politica in contrasto con il voto popolare.
Ma oltre Scalfaro non può assolutamente andare. Se non c'è una precisa maggioranza politica e non solo numerica, disposta a governare e non solo ad evitare le elezioni, affidare l'incarico ad una qualche personalità con il compito di cercarsi una maggioranza purchessia, significa correre il rischio di imboccare la strada dell'avventurismo e dell'aggiramento dell'unico circuito di legittimazione politica in un sistema democratico che è quello che lega corpo elettorale e Parlamento.
Il blocco della logica dell'alternanza innescato dalla nuova legge elettorale e dal voto del 27 marzo, può portare non solo - come ha già affermato Augusto Barbera - "a un rafforzamento dei partiti di centro e alla richiesta di ritorno alla proporzionale, ma allo stesso tempo alla ricerca dell'uomo forte".
Se Berlusconi sbaglia a parlare di Parlamento delegittimato, Scalfaro deve fare attenzione a non prendere la strada che ci porterebbe a Weimar."